domenica 14 agosto 2016

IMAM VIVENTE O DA’I AL MUTLAQ? CHI E’ IL VERO RAPPRESENTANTE DEGLI ISMAILITI?

IMAM VIVENTE O DA’I AL MUTLAQ?
CHI E’ IL VERO RAPPRESENTANTE DEGLI ISMAILITI?
L’Ismailismo è una corrente dell’Islam sciita. I suoi membri sono chiamati ismailiti (in arabo الاسماعيليون, al-ismāʿīliyyūn) e, talvolta, “settimani” ( sabʿiyya ) per il fatto di riconoscere come legittima e non più revocata o mutata successione quella del settimo Imam Ismāʿīl, figlio di Ja’far al-Sadiq.[1]
Gli ismailiti sono la seconda in ordine di grandezza tra le correnti in cui è diviso l’islam sciita dopo i duodecimani. Il loro nome deriva dalla convinzione che il settimo imam fosse Ismāʿīl ibn Jaʿfar e non il fratello minore Mūsā al-Kāẓim la cui legittimità è invece sostenuta dagli altri sciiti. Con l’avvento della dinastia dei Fatimidi in Egitto tra il decimo e il dodicesimo secolo l’Ismailismo divenne non solo la più importante tra le correnti dello sciismo, ma giunse anche a mettere in discussione il primato dei sunniti.
Gli ismailiti nel mondo [dal rapporto è uscito sulla rivista “Religioni e Società” dell’università di Firenze, nel 1994] sono 15 milioni e vivono in 28 paesi (Siria, Arabia Saudita, Yemen, Cina, Tagikistan, Afghanistan, India e Africa Orientale ma in anni recenti numerosi sono emigrati in Europa e Stati Uniti.)

L’Ismailismo ha sempre dato grande rilevanza agli elementi esoterici della religione islamica, dai duodecimani li separano infatti, oltre alle ragioni politiche, anche una disquisizione sulla natura mistica della figura dell’Imam e del suo rapporto con Allah.
Malgrado gli ismailiti si siano divisi in numerosi sottogruppi, il termine è oggi generalmente usato per indicare i Nizariti, seguaci del 49° Imam vivente:                          l’Aga Khan Principe Shah Karim Al Husseini , la più numerosa delle sette ismailite si avvale di una linea continua di discendenti .
Gli ismaliti riconoscono solo i primi 8 Califfi dell’Impero Fatimide:
Nizari Imam
Gli ismailiti Mustaali hanno riconosciuto imam:
19. Aḥmad Al-Musta’li, (figlio di Abu Tamīm Ma’add al-Mustansir bi-Llah), il 9° califfo fatimide, morto nel 1101.
20. Al-Amir bi-Aḥkāmillāh, figlio di Al-Musta’li, 10 ° califfo fatimide, morto 1130.
I musulmani Hafizi affermano che Amir morì senza un erede e gli successe come Califfo dal cugino di Al-Hafiz. I Musta’lī si divisero in Hafizi, che accettarono lui ed i suoi successori come Imam, e nei Tayyibi, che credevano che il figlio presunto di Amir Al-Tayyib fosse l’imam legittimo andato in occultamento.
Tayyibi
I Tayyibi riconoscono il 21° Imam Ismailita Ben Guidato “Rashidun”:
21. Aṭ-Ṭayyib Abī-l-Qāsim
Tayyibi imam
 Il ramo Tayyibi continua fino ad oggi, guidato da un Da’i al-Mutlaq come vicario dell’Imam occultato. I Tayibbi si sono divisi in diversi rami per varie controversie su chi dovesse essere il vero Da’i. Il ramo più grande sono i Dawoodi Bohra, e ci sono anche i Sulaimani Bohra e gli Alavi Bohra.

Hafizi

Gli Hafizi (oggi estinti) riconoscevano questi Imam:
21. Abu-l-Maymun Abd-al-Majid Al-Hāfiz li-din-Al·lāh, figlio di Muhammad ibn Al-Mustansir Billah, 11° Califfo Fatimide, morto nel 1149.
22. Abu-Muhammad (o Abu-Mansur) Ismaʿīl Az-Ẓāfir bi-Ada Allāh/li-din-Al·lāh, figlio di Al-Hafiz, 12° Califfo Fatimide, morto nel 1154.
23. Abu-l-Qassim Issa Al-Fā’iz bi-Nasr Al·lāh, figlio di  Al-Zafir, 13° Califfo Fatimide, morto nel 1160.
24. Abu-Muhammad Abd-Al·lah Al-ʿĀḍid li-Dīn Al·lāh, figlio di Yussuf ibn Al-Hafiz, 14° Califfo Fatimide, morto nel 1171.
La dinastia Fatimide è finita con la morte di Al-‘Āḍid.
Mufaddal Saifuddin Houstan Ashara.jpg in foto Mufaddal Saifuddin (Arabic: مفضل سيف الدين‎; Abu Jafar-us-Sadiq Mufaddal Saifuddin) (Tawwalallaaho  ‘Umrahu ash- Shareef) il 53°  Dā’ī al-Mutlaq al-Fatemi al-Husaini   (Capo Temporale & Spirituale) dell’ahl-Jamaa’at ul-Dawoodiyah
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in foto Sayedna Wa Maulaana Abu Sa’eed Il-Khayr Haatim Zakiyuddin Saheb (Tawwalallaaho  ‘Umrahu ash- Shareef) il 45° Da’i ul-Mutlaq al-Fatemi al-Husaini   (Capo Temporale & Spirituale) dell’ahl-Jamaa’at ul-‘Alaviyah
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in foto Sayedna Wa Maulaana Ahmad Bin Ali ibn Abdullah (Tawwalallaaho  ‘Umrahu ash- Shareef) il 53° Da’i ul Mutlaq al-Fatemi al-Husaini dell’Ahl-Jamaa’at ul Sulaymaniyah ed il suo Khalifah è Aljamali Ali Bin Al Hasin Al Makrami.

Manaseeb – Jazeera-e-Sindh:

  1. (1006-1015 AH)/ (1598-1607 AD); Hazrat Al-Mansoob Sayyidi Laad bin Dhanoo al-Sindhi
  2. (1015-10xx AH)/ (1607-16xx AD); Hazrat Al-Mansoob Miyan Ajab
  3. (xxxx-1046 AH)/ (xxxx-1637 AD); Hazrat Al-Mansoob Sayyidna Shaikh Dawood bin Sayyidi Babu
  4. (1046-1086 AH)/ (1637-1675 AD); Hazrat Al-Mansoob Haji Muhammad bin Dawood Multani
  5. (1114-1121 AH)/ (1703-1710 AD); Hazrat Al-Mansoob Sayyidi Shaikh Yousuf bin Miya Ali Khan
  6. (1123-1146 AH)/ (1711-1733 AD); Hazrat Al-Mansoob Sayyidi Sher Muhammad bin Sayyidi Abdul Khaliq
  7. Manaseeb – Jazeera-e-Hind wa Sindh:

    1. (1107-1108 AH/ 1696-1696 AD); Hazrat Al-Mansoob “Burhanuddin” Shaikh Dawood bin Shaikh Ahmed
    2. (1108-1129 AH/ 1696-1717 AD); Sayyidi Shaikh Dawood bin Feer Mohammed Khan
    3. (1129-1132 AH/ 1717-1720 AD); Hazrat Al-Mansoob Sayyidi Mulla Ja’afar bin Yousuf Khan Khambati
    4. (1132-1141 AH/ 1720-1729 AD); Hazrat Al-Mansoob Sayyidi Shaikh Saleh bin Sayyidi Ahmed
    5. (1141-1158 AH/ 1729-1745 AD); Hazrat Al-Mansoob Muhammad Ali bin Sayyidi Mulla Saleh-ul-Badri
    6. (1158-1159 AH/ 1745-1746 AD) & (1162-1165 AH/ 1749-1752 AD); Al-Hadd ul-Faazil Shaikh Yaseen bin Mulla Vali Mohammed
    7. (1159-1162 AH/ 1746-1749 AD); Hazrat Al-Mansoob Sayyidi Ali “Shamsuddin” bin Sayyidi Husain Al-Makrami
    8. (1165-1196 AH/ 1752-1782 AD); Hazrat Al-Mansoob Sayyidi Karamullah bin Haji Mohammed Sadiq
    9. (1196-1216 AH/ 1782-1801 AD); Hazrat Al-Mansoob Sayyidi Al-Haj Abdul Rahim bin Hazrat Shaikh Saleh
    10. (1216-1227 AH/ 1801-1812 AD); Hazrat Al-Mansoob Al-Haj Muhammad Quassam bin Haji Ali Muhammad Al-Badri
    11. (1227-1248 AH/ 1812-1832 AD); Sayyidna Ad-Dai’ “Ghair Munfarid” Haji Izzat Ali Jamali bin Muhammad Husain
    12. (1248-1250 AH/ 1832-1834 AD); Hazrat Al-Mansoob Haji Ghulam Fayaz Ali bin Sayyidna Izzat Ali Jamali
    13. (1250-1262 AH/ 1834-1846 AD); Hazrat Al-Mansoob Al-Haj Ikram Ali bin Shaikh Hasan Ali
    14. (1262-1278 AH/ 1846-1861 AD); Hazrat Al-Mansoob Shaikh Muhammad Ibrahim bin Haji Sabah Ali
    15. (1278-1324 AH/ 1861-1907 AD); Hazrat Al-Mansoob Sayyidi Farhat Ali bin Sayyidi Ghulam Hussain Ghulami
    16. (1278-1330 AH/ 1861-1912 AD); Hazrat Al-Mansoob Zia Ali Ziaee bin Hazrat Shaikh Ibrahim

Dai’ al- Mutlaq – Jazeera-e-Hind, Sindh, wa Yaman:

  1. 22nd Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Ali bin Sayyidna Husain Al-Anf
  2. 23rd Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Muhammad “Izzuddin” bin Sayyidna Husain Al-Anf
  3. 24th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Yousuf bin Sayyidi Sulaiman Al-Hindi
  4. 25th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Abdul Jaleel “Jalal” bin Maulai Hasan
  5. 26th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Dawood bin Maulai Ajab Shah
  6. 27th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Sulaiman bin Sayyidna Hasan Al-Hindi
  7. 28th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Ja’afar bin Sayyidna Sulaiman Al-Hindi
  8. 29th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Muhammad bin Sayyidi Fahad Al-Makrami
  9. 30th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Ali bin Sayyidna Sulaiman Al-Hindi
  10. 31st Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Ibrahim bin Sayyidna Muhammad Al-Makrami
  11. 32nd Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Muhammad bin Sayyidi Ismail Al-Makrami
  12. 33rd Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Hibatullah bin Sayyidna Ibrahim Al-Makrami
  13. 34th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Ismail bin Sayyidna Hibatullah Al-Makrami
  14. 35th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Hasan bin Sayyidna Hibatullah Al-Makrami
  15. 36th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Abdul Ali bin Sayyidi Hasan Al-Makrami
  16. 37th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Abdullah bin Sayyidna Ali Al-Makrami
  17. 38th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Yousuf bin Sayyidna Ali Al-Makrami
  18. 39th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Hussain bin Sayyidna Hussain Al-Makrami
  19. 40th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Ismail bin Sayyidi Muhammad Al-Makrami
  20. 41st Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Hasan bin Sayyidi Muhammad Al-Makrami
  21. 42nd Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Hasan bin Sayyidi Ismail Shabaam
  22. 43rd Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Ahmad bin Sayyidna Ismail Al-Makrami
  23. 44th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Abdullah bin Sayyidi Ali Al-Makrami
  24. 45th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Ali bin Sayyidi Hibatullah Al-Makrami
  25. 46th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Ali bin Sayyidi Shaikh Mohsin Shabaam
  26. 47th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ Ghulam Hussain bin Hazrat Farhat Ali Husami
  27. 48th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ ash-Sharafi Husain bin Sayyidi Ahmad Al-Makrami
  28. 49th Dai’ Sayyidna Ad-Dai’ al-Jamali Ali bin Sayyidna Husain Al-Makrami
  29. 50th Dai’ = Sayyidna Ad-Dai’ ash-Sharafi Husain bin Sayyidi Hasan Al-Makrami
  30. 51st Dai’ = Sayyidna Ad-Dai’ ash-Sharafi Husain bin Sayyidi Ismail Al-Makrami
  31. 52nd Dai’ = Sayyidna Ad-Dai’ al-Fakhri Abdullah bin Muhammad Al-Makrami
  32. 53rd Dai’ = Sayyidna Ad-Dai’ Ahmad al-Jamali bin Sayyidi Ali Al-Makrami
 Asaf Ali Asghar Fyzee (10 Aprile 1899 – 23 Ottobre 1981), anche lui Sulaymani Ismaili Bohra, era uno studioso e uno scrittore eminente e un luminare legale, così come è stato ambasciatore in Egitto.   Ha tradotto in inglese la famosa opera di al-Qadi al-Nu’man “Da’a’imu l-Islam “, che è l’autorevole lavoro di fiqh, utilizzato da tutti gli ismailiti così come molti altri libri su argomenti ismailiti.
 Dā’ī al-Mutlaq (Arabic: الداعي المطلق‎) letteralmente significa Il missionario assoluto o senza restrizioni“, il termine Da’i è stato utilizzato per fare riferimento ad importanti leader religiosi diversi dagli Imam ereditari, e la  Da’wa o “Missione” è un’organizzazione di stile clericale. “La Da’wa” era il termine per definire la stessa fede Isma’ili fin dall’inizio. Essi sono anche chiamati Dā’ī Syedna.
Storia
Secondo la tradizione Tayyabī Musta’lī Isma’ili, quando l’ultimo Imam Mustaali, Taiyab abi al-Qasim è andato in stato di occultamento, suo padre, il 20 ° Imam Al-Amir aveva ordinato alla regina Arwa al-Sulayhi / Al-Hurra Al- Malika nello Yemen di scegliere un vicario dopo l’occultamento – il Da’i al-Mutlaq, che come vicario dell’Imam, ha piena autorità per governare la comunità in tutte le questioni spirituali e temporali. Durante l’occultazione dell’Imam, il Da’i al-Mutlaq è nominato dal suo predecessore in ufficio. Il Madhun (scritto anche Mazoon) e Mukasir sono a loro volta nominati dal Da’i al-Mutlaq.
Il Da’i al-Mutlaq è riconosciuto nel diritto inglese come unica società, con un atto privato del Parlamento approvata nel 1993.
Essendosi i Da’i Al Mutlaq susseguiti dallo Yemen all’India il titolo
è usato anche nelle comunità Alavi Bohra per riferirsi al loro leader (nella forma persiana “Da’i-ye Motlæq”) per ragioni analoghe e  lo stesso accade per i Sulaymani.

I musulmani di confessione sciita erano uniti nel periodo del primo  Imam Hazrat Ali,as,(m. 40/661) e dell’Imam Mohammad Bakir,as,(114/733), e durante quel periodo offrivano la Namaz (Salat) congiuntamente ai musulmani sunniti.
Nel secolo che seguì il Santo Profeta *, l’onda di conquista islamica arrivò sino a Samarcanda, aldilà del fiume Oxus [in foto qui sotto], Amu Daryaoggi chiamato Amu Darya (Darya vuol dire “fiume” in persiano e Amu significa “mare” in turco, in tagico АмударёAmudaryo è il più lungo dell’Asia centrale. La sua lunghezza totale è di 2650 chilometri ed è navigabile per oltre 1450). Con l’estensione dei territori islamici, si ritagliarono una serie di nuovi problemi, le            centinaia di scuole di giurisprudenza apparse per modellare il sistema islamico della legge islamica non mettevano tutti d’accordo: la shariah non poteva cristallizzarsi in un sistema definito, accettato da tutti. Le Scuole della legge rappresentata dai teologi sunniti di Abu Hanifah (m. 150/767), Malik bin Anas m. 179/795), Shafi’i m. 204/820) e Ahmad bin Hanbal (m. 241/856 ) codificavano gli inquilini islamici, ma il problema era però di trovare un giusto equilibrio tra tutti questi sviluppi, quando il mondo islamico era in fase di cambiamenti radicali. L’Islam ha dovuto tenere il passo e si è dovuto adeguare nel mondo in rapida evoluzione e alla crescita della nuova tendenza. Su questo punto, l’Imam Mohammad Bakir,as, (m. 114/733) è stato il primo a portare avanti la scuola legale dell’Ahl-ul-Bayt,as, sperando che essa potesse prevalere. Kashi scrive nel suo “Rijal” (p. 289) che, “Prima dell’Imamato di Mohammad Bakir, gli sciiti non sapevano quello che era lecito ed illecito, ad eccezione di ciò che avevano appreso dalla gente finchè Mohammad Bakir diventato Imam, ha insegnato e ha spiegato loro la conoscenza (di diritto), e ha cominciato ad insegnare ad altre persone da cui stavano imparando in precedenza.
Il periodo dell’Imam Mohammad Bakir,as, (m. 114/733) e dell’Imam Jafar Sadik,as, (m. 148/765) ha visto una completa crescita dell’islam sciita e quindi, ai seguaci veniva impartita la dottrina dell’Imamato insiema ai pilastri dell’islam attraverso l’agenzia del tawil (interpretazione allegorica), che si distingueva da quella dei musulmani sunniti ortodossi quindi sciiti e sunniti differivano l’un l’altro per l’interpretazione degli aspetti religiosi.

Le divisioni principali nei musulmani sciiti sono avvenute dopo la morte dell’Imam Jafar Sadik,as. Un gruppo ha aderito all’Imamato di Ismail,as, e l’altro all’Imamato di Musa Kazim,as, rendendo un gruppo noto come sciiti ismailiti e l’altro come sciiti duodecimani o Ithna Ashari.
Gli sciiti ismailiti hanno continuato ad offrire Namaz secondo la guida dell’Imam Mohammad Bakir,as, hanno offerto le preghiere nella forma esterna per acquisire la sua nozione in senso esoterico, mentre altri solo essotericamente. Va notato che i teologi sunniti hanno trasformato la Shariah un ritualismo formale e di conseguenza i loro aderenti erano conosciuti come Ashab al-Zahir e gli sciiti ismailiti o seguaci della Tariqah esoterica sono stati chiamati Ashab-i Ilm-i Batin.
Questa pratica che continua dall’Imam Ismail,as, (m. 158/775) all’Imam Razi Abdullah (m. 268/881) è inoltre proseguita anche nel periodo fatimide in Nord Africa e in Egitto. Al Cairo durante il califfato fatimide, i nomi dei Panjtan Pa’k e il nome dell’Imam-Califfo del tempo erano recitati nella khutba (sermone), in ogni moschea, in particolare nella moschea di Al-Azhar.
Si racconta che gli ambiziosi ismailiti nel periodo fatimide desideravano primariamente il progresso spirituale. Così, il culto di mezzanotte nella forma del Majalis privato ha iniziato al Cairo nel periodo dell’Imam Hakim bi Amrillah,as. Ha stabilito la Darul Hikmah (casa di saggezza) nel 395/1004, che organizzava due assemblee, vale a dire Majalis al-Khassa (sessione per la scelta) per gli ismailiti e Majalis al-Amma (sessione per il pubblico) per i non-ismailiti. Più tardi, un gruppo regolare e segreto veniva organizzato ogni Giovedi e Venerdì e appositamente predisposto per gli ismailiti più avanzati, comprese le donne, note come Majlis al-Hikmah (sessione sulla saggezza). Questa è stata la prima volta nella storia ismailita che al culto di  mezzanotte o Baitul Khayal (casa della concentrazione) sono stati dati maggiori sviluppi. L’Imam Sultan Mohammed Shah,as, ha detto, “Kar’e Buzrug (Baitul Khayal) è progredito nel periodo dell’Imam Hakim bi-Amrillah“. (Karachi, 1951/07/02).
E ‘evidente che lo sciismo ismailita è una tariqa Batin, sufica o esoterica dell’Islam. Si tratta di una Tariqa intellettuale. L’istituzione dell’Imamato ha una posizione cardine e fondamentale nella Tariqa sciita ismailita. L’Imam è una Guida Spirituale, esortando i suoi seguaci alla vera interpretazione della fede in conformità con il tempo per il loro progresso materiale e spirituale. Inutile dire che la Tariqa sciita ismailita è il nucleo dell’Islam che il Santo Profeta * stesso ha molto accuratamente separato dalle ingiunzioni comuni della Shariah. Questo kernel è stato mantenuto riservato a pochi privilegiati, e la Shariah  è stata tenuta d’altra parte per la ummah delle masse.

Gli sciiti ismailiti hanno offerto la loro Namaz con gli altri musulmani. I seguaci più avanzati sembrano aver sollecitato l’Imam di Alamut a guidarli nella ricerca personale della Luce – un potenziale rito di elevazione spirituale. Così, nel periodo dell’Imam Hasan Ala Zikri as Salam,as, (m. 561/1166) il rito è stato destinato per alleviare i seguaci dalla schiavitù della Shariah, in modo che essi possano impegnarsi nella ricerca personale della verità. Gli insegnamenti esoterici non erano comuni, ma limitati ad alcuni credenti avanzati, egli abolì le leggi inutili e irrilevanti della Shariah in Alamut, l’occasione valse il nome  di Qaim al-Qiyamah.
Il termine “Qiyamah” significa letteralmente “resurrezione” dei morti, e allegoricamente  implica un’idea che denota la crescita alla fase successiva spirituale e Qaim al-Qiyamah si riferisce ad un raggiungimento del massimo grado quando un uomo si libera dai legami delle leggi esterne e si trasfigura in sostanza spirituale per ricongiungersi alle sue fonti divine. Il qiyama è stato interpretato come la manifestazione della Verità svelata nella persona dell’Imam. I credenti sono ora in grado di comprendere la verità. Secondo questa interpretazione, i credenti potrebbero arrivare a conoscere Dio e i misteri e le realtà della creazione attraverso un Imam, l’epifania (Mazhar) di Dio sulla terra.
Si racconta che gli sciiti ismailiti abbiano cominciato a recitare la propria Namaz arabo-persiana, nota come il “Kalimatul Haq” (la parola di verità) nel periodo di Alamut. In linea di principio, la parola “Hazrat Baba Sayedna” (Hasan bin Sabbah) è menzionata, implicando anche la sua composizione nel periodo di Alamut. Era in pratica per lungo tempo in Iran e nelle altre parti dell’Asia centrale.
Dopo la commemorazione del Qaim al-Qiyamah, i musulmani schierarono ostilità agli sciiti ismailiti alla luce del loro senso del decoro. Francamente parlando, sapevano poco e della trasmissione di quanto succedeva e quindi continuarono ad ad essere dominati da impressioni fantasiose. Tra il 559/1164 e 607/1210, il macchinario ortodosso germogliava fuori da tutte le direzioni in Iran e in Siria, ingiuriando che gli sciiti ismailiti avessero violato la Sharia. L’Imam Jalaluddin Hasan,as, (d. 618/1221) aveva finalmente ripristinato l’osservanza dei rituali esterni della Shariah, in particolare la Namaz e cementato stretti rapporti con i governanti musulmani. D’ora in poi, gli ismailiti hanno ricominciato ad offrire Namaz in pubblico, mentre la loro pratica Batini di culto è continuata in segreto. In altre parole, è risultata l’esistenza della Khanaqah (chiostro) Ismaili come una sorte di sufismo con l’osservare in solitudine delle pratiche esoteriche, in particolare il culto di mezzanotte. Esso ha convenientemente protetto gli ismailiti dalle persecuzioni ed è servito nella conservazione della loro esistenza settaria, date le circostanze ostili.

Dopo la caduta di Alamut, un enorme divario emerse tra la gente del Zahir e del Batin islamico. È del tutto possibile che gli sciiti ismailiti abbiano molto maturato il loro spirito nel corso di una dura lotta continua che potesse essere considerata abbastanza in linea per annullare le consuete forme esterne di culto, e portare avanti la loro disciplina spirituale interna, come i sufi dell’Iran, quindi, gli ismailiti abbandonarono le cinque preghiere, e invece, ne offrivano tre secondo l’ingiunzione del Santo Corano.

In India, Pir Shams (m. 757/1356) si dice che abbia costruito 84 Khana (Jamatkhana). Nel Punjab, ha introdotto un Sairaiki Dua per essere offerta tre volte al giorno. Pir Sadruddin (d. 819/1416) ha stabilito tre principali Jamatkhanas nel Sind, Punjab e nel Kashmir e ha anche introdotto un nuovo Sindhi Dua nel Sind, Punjab, Kutchh, Gujrat e Kathiawar. Così, il Sairaiki Dua era recitato nel Punjab sino a quando dopo il periodo di Pir Shams, è stato sostituito dal periodo di Pir Sadruddin. La modalità esterna del Sindhi Dua è stato quello di costruire un ponte con gli indù. Deve essere noto che questa Dua è stata formulata in conformità con l’ambiente culturale dell’India, assolutamente non applicabile per gli altri ismailiti di altre parti del mondo, dove gli Ismailiti offrono Namaz per tre volte, al mattino alla sera e quando resta il tempo conveniente. Dopo la fine di ogni Namaz, recitavano singolarmente i nomi degli Imam dall’Hazrat Ali,as, all’Imam del tempo.
Nel periodo del 39 ° Imam Khalilullah Ali,as, (m. 993/1585), sono state apportate alcune importanti modifiche in India. Ha consegnato il compito di Pir Dadu (m. 1005/1596) di rivedere la Sindhi Dua di Pir Sadruddin e accorciarla in 18 parti. Questo Dua è continuata fino all’arrivo dell’Imam Hasan Ali Shah,as, (d. 1298/1881) in India. Nel 1878, a Pir Shah Shihabuddin (d. 1302/1885) è stato chiesto di rivedere la Sindhi Dua. E ‘stato di nuovo incaricato di rivederla nel 1883. È stata inoltre rivista circa tre volte nel periodo dell’Imam Sultan Mohammed Shah,as, (m. 1376/1957).

Si racconta che l’Imam Aqa Ali Shah,as, (d. 1302/1885) avesse incaricato Pir Shihabuddin Shah in Afghanistan per esaminare la loro condizione. Egli ha rilevato che non vi era nessuna preghiera tra gli ismailiti eccetto l’osservanza della Namaz con gli sciiti e sunniti. Sembra che egli abbia notato che in alcuni luoghi dell’Afghanistan, gli sciiti ismailiti recitavano la Namaz in arabo-persiano, la stessa “Kalimatul Haq” del periodo di Alamut. Si dice che abbia portato le sue copie a Bombay e confinato la medesima in sei parti da recitare tre volte al giorno in posizione seduti. Questa Namaz è stata però stampata nel periodo dell’Imam Sultan Mohammed Shah,as, nel 1898 e inviata in Afghanistan. Durante la sua prima visita in Africa orientale, l’imam ha detto, “Ho stampato e inviato il libretto della Namaz, perché? Perché i Khoja non sono solo i miei seguaci, ma ce ne sono anche molti altri. Dal momento che gli arabi e i Badakhshani ecc non capiscono la lingua indiana, il libretto della Namaz è stato stampato e inviato a loro. Non vi è alcuna differenza tra il Namaz e la Dua che si recita (Zanzibar, 5/7/1899).
Sembra che l’originale “Kalimatul Haq” fosse una versione dal suono sciita e la sua versione corretta piu’ simile alla Sindhi Dua. Gli ismailiti recitavano il tasbih di “Ya Ali Mushqil Aasan” (22 volte) dopo la preghiera del mattino e “Ya Ali, Ya Muhammad” (101 volte) dopo la preghiera della sera. Questa Namaz si è gradualmente diffusa in Iran, Tajikistan, Russia, Cina ed in altre parti dell’Asia centrale e Arabia.

Subito dopo la partizione dell’India, è sorta la necessità di introdurre la Dua in lingua araba. Nel 1950, l’Imam ha delegato il prof. Jawad Muscati con le istruzioni per comporre una nuova Dua in arabo. Ha ricevuto la guida dell’Imam in questo contesto per ben 14 volte. L’imam l’ha infine approvata nel 1954. Il prof. Jawad Muscati ha detto, “Sono stato solo un pittore, il progettista originale era l’imam”. Il suo testo è stato anche superato da un altro studioso Ismaili, che l’ha imparato in lingua araba fino a che non è stata approvato nel 1955. Nel 1956, il Principe Amyn Muhammad ed il principe Karim (Hazar Imam) ha introdotto la nuova Dua in arabo per la prima volta in Madagascar. Nel 1960, la Dua in arabo è iniziata nel mondo.


La pratica della Dua in arabo è stata diffusa in Pakistan, India, Africa orientale, Canada, Stati Uniti, Europa, ecc, mentre gli sciiti ismailiti in altre parti del mondo hanno continuato a offrire la loro Namaz (Kalimatul Haq) oppure a continuare la preghiera insieme ad altri musulmani. La dua è più conveniente per i seguaci che praticano la Tariqah esoterica come pure la fede incrollabile nell’Imamato ereditario. In altre parole, il rituale della Sharia non può prendere il suo posto così facilmente nella pratica della Tariqah così, l’Imam Sultan Mohammed Shah,as, è segnalato per aver introdotto la Sindhi Dua per la prima volta in Siria, e tra i seguaci del dell’Asia centrale, che erano in stretto contatto con l’Imam.
Sin dal tempo di Pir Shams e di Pir Sadruddin, la Dua è stata considerata la pratica della Shariah nei musulmani sciiti ismailiti. In Siria, in Iran e in alcuni posti dell’Asia centrale, la Dua in arabo e la Namaz hanno coesistito nei musulmani ismailiti, facendo differenza tra di loro. Così, nella Santa Talika (insegnamento scritto) e nel Farman (insegnamento orale) del Hazar Imam del 13 dicembre 2008, l’imam ha detto: “Nel corso della storia della Jamat, compreso il tempo dei Fatimidi, una caratteristica costante della Tariqah Ismaili è stata la complementarietà tra le pratiche che sono specifiche per la nostra Tariqah, e quelli che fanno parte della Shariah, comune a tutti i musulmani, anche se con specificità confessionali. Esempi di questi sono la storica convivenza tra Namaz e Dua, e il concetto di preghiera privata e ricerca personale, che ha un posto importante nell’Islam, in quanto riguarda il rapporto della fede con la vita “.
L’Imam ha detto inoltre nel suo Santo Insegnamento che un testo uniforme formale della Namaz sciita Imamita, riflettendo l’impronta della centralità dell’Imamato ereditario nella Tariqah sciita ismailita, sarebbe stato messo a disposizione del Jamat a livello globale entro il prossimo anno o così via. L’imam ha anche detto, “Sarà affermare il principio della ricerca personale di ogni individuo come guidata dall’Imam del Tempo, e storico impegno del Jamat alla nozione di una umanità comune.
Si deduce che vi sia anche uniformità nel testo della Dua in lingua araba, ma non è così nella Namaz. Il testo della Namaz sciita ismailita a livello globale sarà anche formare uniformità. Inoltre, sarà anche fatta l’uniformità nella Nikah, riflettendo la Tariqah sciita ismailita. L’imam ha anche detto, “Questi principi saranno riflessi nel testo uniforme di una Nikah che deve essere messa a disposizione del mio Jamat a livello globale, attraverso le mie istituzioni, nel corso dei prossimi mesi.”

Non solo il testo della Namaz e della Nikah sarà reso disponibile, sarà inoltre reso disponibile il testo della cerimonia di Chiragh-e-Rawshan in Asia Centrale . In questo contesto, l’imam ha detto: “La cerimonia di Chirag Roshan è parte integrante delle loro (jamat dell’Afghanistan, del Tagikistan e del Pakistan del Nord) tradizioni, e quindi, ho dato istruzioni alle miei istituzioni di mettere a disposizione, nel più breve tempo possibile, un testo comune, che può essere utilizzato per la pratica di questa cerimonia. Questo testo anche riflette i principi a cui ho già fatto riferimento.
Riassumendo la discussione di cui sopra, si deduce dalla Santa Talika e dal Farman che la Jamat sciita ismailita diffusa in tutto il mondo deve avere una pratica di Namaz uniforme, NIkah e della cerimonia di Chiragh-e-Rawshan in modo tale da essere come la presente Dua in arabo.

Qadi Noman (m. 363/974) scrive nel “Ikhtilaf Usul al-madhahib” che, “Ci sono solo tre fondamenti della legge: il Corano, la Sunna e la parola del Imam” (p. 21) (al ‘Amalu bi -zahiran kitab wa Sunna wa al-qawl i ‘Imah)
gradualmente predicati in Iran, Tajikistan, Russia, China e in altre parti dell’Asia Centrale e Arabia.Non sarebbe ora di riunire tutti i gruppi sotto lo stesso tetto e capire che in realtà Imam Vivente e Da’il Al Mutlaq sono l’un l’altro collegati promulgando entrambi la stessa via?

Referimenti libri

  1. Farhad Daftary The Ismailis Their History & Doctrines 1990
  2. Hollister. John N. The Shi’a of India London 1953
  3. Lokhandwalla. The Bohras. a Muslim community of Gujarat 1955
  4. Hazrat Mohammed Shakir Zia “Urdu translation from Arabic: Biography of Dai- Mutlaq Sayedna Sulayman B. Hasan 1357H”.
  5. Mulla Saadullah bin Sayyadi Almansub Nasrullah Saheb,- References from scores of History books of Da’wa, including letters from Duat and Manaaseeb by and between them.
  6. Mulla Masood M. Ali “Sulaymani Census and Survey in India & Pakistan”
  7. Mulla Masood m. Ali “Extracted and translation in English of “Seerat-ul-Manaseeb” 1346H.
  8. Asif A. Fyzee “Three Sulaymani Dai’s”
  9. Hussain B. Tyabji ” History of Badarbagh Trust” 1947
  10. Syed Amin Jafri “Sulaimani Bohras” an article in Newtimes Hyderabad 1984
  11. Zia-ul-Eimaan No.40 A in house sulaymani Journal
  12. Mulla Ameeruddin “Urdu translation of Nuzhat-ul-Azhaan”, the AutoBiography of Dai-mutlaq Sayedna Jafar b. Sayedna Sulayman B. Hasan

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