LA SALVEZZA DELL’UOMO E’ NEL MONOTEISMO ASSOLUTO توحيد מונותאיזם
Disse Mario Affuso nella conferenza tenuta a Firenze il 22 settembre
2007 dalla Chiesa Apostolica Italiana in affiliazione alla Federazione
della Chiese Evangeliche in Italia ed alla Chiesa Valdese: “Noi
siamo abituati a distinguere tra monoteismo ebraico, monoteismo
cristiano e monoteismo islamico. A rigor di termini non dovremmo
confondere il sostantivo con le diverse aggettivazioni. Di monoteismo ve
n’è uno solo, altrimenti che monoteismo sarebbe? Le diverse
aggettivazioni indicano i diversi àmbiti culturali e di civiltà, i tempi
storici in cui si è sviluppato, producendo i diversi ‘alberi’ culturali
e di civiltà che, proprio perché rientranti nello stesso ‘bosco’
moltmanniano, hanno la possibilità di produrre un ossigeno comune per la
comune crescita, sì del ‘bosco’monoteistico, ma dell’intero genere
umano, proprio come noi dell’emisfero boreale difendiamo la foresta
dell’Amazzonia dell’emisfero australe, principale polmone del globo e
produttore di ossigeno per tutti.” Come si può non essere
d’accordo ad una simile affermazione? La teo-filosofia non è il
monopolio di nessuno ed è proprio teo-filosofando che ci si rende conto
che la credenza nell’Unico Dio è l’unico baluardo per arrivare alla
salvezza ed all’unione dei credenti, il monoteismo stesso non puo’
essere il monopolio di nessuna religione, sia in ebraico מונותאיזם che in arabo توحيد (TAWHID)
non può che essere la firma ed il contenuto col quale l’Onnipotente ha
protetto i suoi libri divini. Seppure nel nostro sito si parli
maggiormente di islam che delle religioni precedenti è semplicemente
perche’ è cronologicamente l’ultima religione e perche’ Muhammad * è
l’ultimo dei profeti inviati con un libro divino, il Santo Corano, a lui
direttamente rivelato per mezzo dell’angelo Gabriele, in questi termini
anche il Sikhismo, religione nata nel settentrione dell’India nel XV
secolo (Punjab), basata sull’insegnamento di dieci insegnanti (Guru) che
vissero in India tra il XV ed il XVII secolo ha sostenuto lo stesso
principio basilare togliendo il sistema delle caste, l’approvazione
degli idoli, i rituali e le superstizioni ecco perchè nel libro sacro
sono rimarcati gli insegnamenti di tutti i libri precedenti e che il
Creatore Onnipresente ed Onnipotente, si manifesta attraverso il creato
ed è raggiungibile grazie alla preghiera ed all’aiuto di una guida, il
guru, che è colui che dà la luce (la saggezza) e toglie il buo
(l’ignoranza).
Il Sikhismo si basa su tre principi:
- Ricordare il Creatore in ogni momento;
- Guadagnare lavorando onestamente;
- Condividere il guadagno.
I guru sikh non hanno sostenuto la necessità della vita ascetica e dell’isolamento dal mondo
per guadagnare la salvezza. Quest’ultima può essere raggiunta da
chiunque si mantenga onestamente e conduca una vita normale. Non esiste
un clero nel Sikhismo.
Ai sikh è proibito ogni tipo di dipendenza da sostanze, come l’alcol, tabacco e altro. Un sikh deve considerare la moglie di un altro uomo alla stregua di sorella o madre, e la figlia di un altro come sua. La stessa regola è applicata anche alle donne.
L’istituzione del “Langar” (cucina comune) serve a creare uguaglianza sociale fra l’intero genere umano.
Essa è un luogo in cui persone di estrazione sociale alta e bassa,
ricchi e poveri, istruiti e ignoranti, re e mendicanti, o di altre
religioni condividono tutti lo stesso cibo, sedendo insieme in un’unica
fila.
Si ritiene che la donna abbia la stessa
anima dell’uomo e che quindi goda degli stessi diritti dell’uomo ad una
crescita spirituale, di partecipare alle congregazioni religiose e di
recitare gli inni sacri dei templi sikh. Il rapporto fra uomo e donna è
di assoluta uguaglianza.
Riuscirà il genere umano a capire che prima delle religioni serve l’umanità?
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