domenica 14 agosto 2016

RABBI NACHMAN DI BRESLOV E SHAIKH MUHAMMAD NAZIM AL-HAQQANI


RABBI DI NACHMAN e lo SHAIKH NAZIM analogie tra 2 grandi uomini di Dio.


RABBI NACHMAN DI BRESLOV
Rabbi Nachman è stato uno dei più grandi tra i maestri chasidici di tutti i tempi. La sua vita fu breve e piena di eventi drammatici, ma qualunque cosa gli succedeva serviva unicamente a rafforzare la sua già incommensurabile fede in Dio. Egli era un pronipote dello stesso Baal Shem Tov, il fondatore del Chasidismo. Rabbi Nachman nacque il primo del mese di Nissan dell’anno 5532 (1772). Fin da piccolo fu attratto da particolari vie di contemplazione e di meditazione mistica, che praticava in solitudine nei boschi e sulle montagne, a guisa del suo famoso bisnonno. Sposatosi in età molto giovane (secondo l’abitudine di quel periodo), Rabbi Nachman, date le sue brillanti virtù umane e spirituali, non ebbe difficoltà a radunare intorno a sè un folto numero di discepoli. Gli unici problemi gli venivano dal movimento degli “oppositori” (Mitnagdim), e perfino da alcuni maestri chasidici, forse gelosi dello sviluppo rapidissimo che il suo gruppo di fedeli andava assumendo, attirando a sé anche anziani e quotati rabbini. Molti dei suoi cambiamenti di sede furono proprio dovuti al fatto che Rabbi Nachman rifuggiva le diatribe e gli scontri, e preferiva andarsene piuttosto che causare invidia e inimicizia. Egli ebbe comunque un grande desiderio di viaggiare, che lo portò nella stessa terra d’Israele, per una breve visita. Tuttavia gli spostamenti in quei periodi erano molto difficili, e richiedevano un notevole sforzo fisico. Fu soprattutto ciò che lo portò a contrarre la tubercolosi, la malattia che avrebbe causato la sua morte prematura. Poco tempo prima gli era morta anche la moglie e un figlio in tenera età. Rabbi Nachman lasciò questo mondo durante la festa di Sukkot dell’anno 5571 (1810), all’età di 38 anni.
Furono tuttavia anni intensi e pieni forse quanto intere vite. All’età di 18 anni Rabbi Nachman aveva testimoniato di se stesso di essere già arrivato al livello del santo bisnonno, il Baal Shem Tov. Forse una tale affermazione potrebbe sembrare orgogliosa, ma Rabbi Nachman era la persona più modesta della terra, e quanto diceva era semplicemente vero.
In modo simile a quanto era già successo per il santo Arizal (anch’egli mancato a 38 anni), l’opera di Rabbi Nachman fu registrata e pubblicata dal suo più fedele discepolo, Rabbi Natan. Essa è composta da tre elementi principali. Il primo libro è Likutei Moharan, una collezione dei suoi più importanti insegnamenti. In essi il maestro tesse insieme nozioni profondamente cabalistiche con le loro interpretazioni chasidiche, elementi di racconti o midrashim con altri di carattere morale e psicologico. Poi vi è un’opera in diversi volumi: Likutei Halakhot, dove il maestro spiega il significato interiore e cabalistico delle regole della Halakhà. Si tratta di un’opera preziosissima, che da un’infinito respiro mistico all’altrimenti stretto e difficile mondo dell’Halakhà. Altrettanto importante è il Likutei Etzot ha-Meshulash (Raccolta triplice di Consigli), una raccolta di interpretazioni chasidiche, sistematizzata come una specie di mini-enciclopedia un ordine alfabetico. Infine ci sono diversi racconti o leggende, che Rabbi Nachman raccontò in varie occasioni.
Uno degli elementi centrali del suo insegnamento, tratto tipicamente chasidico, è l’insistenza sul bisogno di essere sempre contenti, di non lasciarsi mai abbattere, di non avere mai paura. Rabbi Nachman spiega che l’unico vero peccato è la tristezza e lo scoramento che gelano il cuore di una persona che ha commesso un’infrazione morale o alla quale è successo qualcosa di brutto (Dio non voglia). La depressione è la radice di ogni peccato successivo, in quanto convince la persona di non essere capace di allontanarsi dalla falsa strada, di non essere capace di fare altro che errori, di non meritare nulla se non disgrazie e punizioni.
Un altro elemento particolare del pensiero di Rabbi Nachman è il suo non aver voluto iniziare una dinastia chasidica, come invece tipico di ogni altro gruppo, nel quale alla morte del Rebbe viene eletto un successore, quasi sempre il figlio di costui. Rabbi Nachman disse ai suoi discepoli che non avrebbero dovuto aspettarsi nessun altro Rebbe se non lo stesso Messia. Tutt’oggi il movimento dei Chasidim di Breslov, diffuso soprattutto in Israele, Stati Uniti e Francia, non ha un maestro-guida, se non lo stesso Rabbi Nachman, vivo più che mai nell’amore e nell’attenzione di quanti seguono la sua via.
Un’altra delle particolarità di Rabbi Nachman fu quella di insegnare tramite racconti dall’aspetto fiabesco e mitico (re, principesse, castelli, ecc.). Si trattava dell’evolversi di una delle caratteristiche presenti nell’insegnamento del suo santo bisnonno: il Baal Shem Tov. I suoi racconti però erano di carattere più popolare e folcloristico, più vicini agli archetipi della cultura ebraico-contadino di Russia e Polonia in quei tempi. Come vedremo dai due esempi che verranno tradotti qui di seguito, le storie di Rabbi Nachman avevano invece un aspetto esteriore quasi vicino agli archetipi dei nobili gentili di quei tempi. Si tratta però di un solo aspetto esterno, poichè le storie di Rabbi Nachman sono in realtà tesori preziosi di sapienza cabalistica, opere altamente creative di un’anima che sapeva trovare scintille di santità ovunque.
Rabbi Nachman aveva una vocazione particolare nell’avvicinare e nel comunicare con gli ebrei dell’“Hashkalà”, l’Illuminismo ebraico, che stava prendendo piede in Europa in quegli stessi anni. Condannati con veemenza da parte del rabbinato ufficiale e benpensante, i maskilim (illuministi) furono gli iniziatori del laicismo ebraico, e sostenevano il diritto di frequentare le scuole e le università degli stati in cui vivevano, e il diritto di seguire valori molto più vicini a quelli dei popoli gentili loro vicini e contemporanei. Ovviamente ciò portava a un notevole indebolimento o alla stessa scomparsa della pratica religiosa ebraica, l’osservanza delle Mitzvot, e ciò segnò anche l’inizio del doloroso fenomeno dell’assimilazione. Vi erano dunque motivi più che sufficienti per preoccupare il mondo ebraico ortodosso.
Ma Rabbi Nachman vedeva molto più in là dei suoi contemporanei: scorgeva nelle anime dei maskilim (gli intellettuali) un’ansia di conoscenza e di progresso che la pur valida vita di osservanza religiosa non riusciva a soddisfare. Inoltre egli scorgeva in essi anche dei potenziali “ba’alei teshuvà” (maestri del ritorno), che sarebbero un giorno ritornati all’Ebraismo con i tesori delle conoscenze prese dall’ambito mondano nel quale si erano a lungo intrattenuti, conoscenze che sarebbero state “rettificate” alla luce dei principi esoterici della Torà. Rabbi Nachman arrivò a dire che la stessa venuta del Messia sarebbe stata annunciata dal fenomeno congiunto di un gran numero di “ba’alei teshuvà” e di “gherei tzedek” (giusti convertiti). Pur se l’Ebraismo è sempre stato e rimane una religione che non cerca proseliti, se questi si avvicinano con intenzioni pure e serie essi sono accolti con grande gioia.
La profezia di Rabbi Nachman si sta avverando proprio nei nostri giorni, nei quali diventa sempre più imponente il numero di ebrei laici che stanno ritornando all’osservanza e allo studio della Torà, specie nelle sue componenti esoteriche. Contemporaneamente, cresce in modo inaspettato il numero di gentili che chiedono di diventare ebrei. Purtroppo il Rabbinato ufficiale, con la stessa mancanza di perspicacia già dimostrata altre volte nel passato, tratta entrambi questi due tipi di persone come dei sottosviluppati mentali, tenendoli lontani dalle conoscenze della parte mistica ed esoterica della Torà, e cercando di dirigerli unicamente verso la sola pratica della parte halakica (delle regole pratiche), pia e devota quanto si vuole, ma senz’altro limitata. Non c’è nessun dubbio che una retta osservanza dei precetti sia la base insostituibile senza la quale non potrebbe esserci né una vera teshuvà, né una sincera conversione, e neppure una genuina comprensione della Cabalà.. Tuttavia i collegi di studi rabbinici, ai quali queste persone vengono indirizzate, non contengono nei loro programmi altro che le istruzioni sul come fare i pavimenti, dimenticandosi di come una casa sia costituita anche da pareti e da tetti. Quello che il Rabbinato non ha ancora capito è che non si tratta di ritornare semplicemente alla situazione esistente prima del diffondersi del laicismo. Ciò è del tutto inconcepibile. Il mondo si muove ad una velocità sempre più elevata, e lo stesso pensare di rimanere fermi nello stesso posto già costituisce un errore madornale, per non parlare del credere di poter ritornare indietro!
I “maestri del ritorno” e i “giusti convertiti” (e qui potremmo anche includere tutti quei gentili che pur non intendendo diventare ebrei si sentono sinceramente attratti dalla sapienza contenuta nella Torà) non ricercano soltanto la parte morale e pratica della Legge ebraica, per quanto profonda e perfetta possa essere. Nella maggior parte dei casi essi desiderano un’esperienza diretta della parte mistica e contemplativa, desiderano gettare uno sguardo dentro le stanze interne della Torà, dove sono custoditi i suoi segreti. Non è un desiderio erroneo o prematuro, come sostengono i rabbini non preparati a condurli all’interno del Palazzo del Re. Una tale opinione negativa è unicamente motivata dai pregiudizi di una mentalità ristretta che ha già fatto il suo tempo, oltre che dalla stessa incapacità, peraltro non ammessa volentieri, di tali rabbini nel condurre altri in luoghi dei quali loro stessi non sono a conoscenza.
Quel che si richiede a tali maestri è un fondamentale atto d’umiltà: è noto che non tutte le anime d’Israele hanno la stessa accesa passione per la parte mistica della Torà. Molte anime sono soprattutto attratte dalla parte più pratica e legale, che peraltro contiene così tanta saggezza da riempire facilmente i giorni e gli anni di chi vi si senta votato. Ma non occorre generalizzare. Succede invece che tali maestri pretendono che i loro interessi diventino una norma per tutti, confinando ogni attrazione verso la parte cabalistica in un angolo a volte definito come accessorio e facoltativo, e a volte definito come inutile, pericoloso o proibito. Non c’è nulla di più falso! La Cabalà. è da sempre l’anima della Torà, così come le regole dell’Halakhà ne sono il corpo. Solo una piena interazione di questi due partner inseparabili è chiamata “vita”, e il Dio d’Israele è il Dio della vita. D’altronde sono sempre esistiti, in ogni luogo e in ogni generazione, validissimi maestri, esperti della parte legale e pratica, che hanno scalato anche le vette delle conoscenze esoteriche. Oggi costoro si dichiarano pronti ad insegnare chi gli si avvicina sinceramente, senza porre precondizioni o senza esami introduttivi. Dunque l’unica cosa che viene richiesta ai rabbini delle molte Yeshivot ufficiali, per il momento, è almeno di non interferire in ciò. In un futuro ormai prossimo però si renderà necessario introdurre corsi di Cabalà in ogni programma di studio in yeshivà, a qualsiasi livello, avanzato o introduttivo che sia.
Un altro punto sul quale Rabbi Nachman ci lascia un insegnamento quanto mai attuale è sull’atteggiamento che gli ebrei religiosi dovrebbero tenere nei confronti di quelli non religiosi, specie in paesi come Israele o gli Stati Uniti, cioè dove vi sono forti comunità religiose. Purtroppo non è raro tutt’oggi vedere come l’ebreo ortodosso guardi ai suoi fratelli laici con un malcelato orgoglio e senso di superiorità morale. Non c’è nulla di più errato, dato che solo Dio è in grado di giudicare tutti i meriti e i demeriti di una persona. Rabbi Nachman invece, irradiando simpatia ed interesse umano anche verso il più assimilato degli ebrei, stabiliva subito un canale di contatto, tramite il quale ogni forma di benedizione e di insegnamento poteva passare. Il suo esempio è tutt’oggi centrale nel comportamento dei Chasidim Breslov. Questi sono tra i più aperti e tolleranti degli ebrei ortodossi, e nei loro ranghi vi sono numerosissimi ba’alei teshuvà.
dal sito http://cabala.org/articoli/nachman.shtml

Shaikh Muhammad Nazim al-Haqqani

Sultan al Awliyya Shaikh Muhammad Nazim al-Haqqani

O tu che sei andato in pellegrinaggio
dove sei tu? Dove. O dove?
Qui, qui é l’Amato
Oh, vieni adesso, vieni, O vieni !
Il tuo amico é il tuo vicino,
Egli é prossimo alla tua casa
Tu, errante nel deserto
Che aria di amore é mai questa?
Rumi, Diwan
Shaykh Muhammad Nazim Adil è l’imam della gente sincera, il segreto della Santità, che ravvivò l’Ordine Naqshbandi alla fine del ventesimo secolo, con guida Divina e morale profetica. Egli infuse nella Comunità e sul pianeta l’amore di Dio e l’amore di coloro che amano Dio, dopo che essi sono stati anneriti dal fuoco e dal fumo della tribolazione e del terrore, della collera e del dolore. Egli è colui che svela i segreti, il custode della luce, lo Shaykh degli Shaykh, il sultano degli asceti, il sultano dei pii, il sultano del popolo della Verità. Egli è il supremo Maestro senza pari della Divina Conoscenza alla fine del ventesimo secolo. Egli è la pioggia dell’oceano di conoscenza di quest’Ordine, che sta ridando vigore agli spiriti in tutte le parti del mondo. Egli è il Santo dei sette continenti, la sua luce ha attratto discepoli da ogni parte del mondo. Egli veste il manto della luce della Divina Presenza. Egli è unico nel suo tempo. Egli è l’orchidea piantata nel terreno dell’Amore Divino. Egli è il sole per tutti gli universi. Egli è conosciuto come il Santo dalle due ali; la conoscenza esteriore e la conoscenza interiore.
Egli è un miracolo dei miracoli divini. Egli è il segreto dei segreti di Dio che appaiono nella Sua Divinità ed esistono nella Sua Esistenza. Egli è il padrone del trono della guida, colui che ravviva la Legge Divina, il Maestro della Via Sufi, il costruttore della Verità, la guida del circolo, il poema lirico di tutti i segreti. Egli è il Maestro dei Santi e il Santo dei Maestri. Coloro che cercano ruotano intorno alla Kabah della sua luce. Egli è la fontana che zampilla in continuazione, una cascata in continuo movimento, un fiume sempre in piena, un oceano sempre increspato che si infrange su spiagge infinite.
Egli nacque a Larnaca, Cipro, il 23 aprile 1922 di Domenica il 26 del mese di Shaban 1340 AH. La sua discendenza da parte del padre ricollega le sue radici a Shaykh Abdul Qadir Gilani, il fondatore dell’Ordine Sufi Qadiri. Da parte della madre la sua discendenza si ricollega a Jalaluddin Rumi, il fondatore dell’Ordine Sufi Mevlevi. In relazione al Profeta (s.A.’a.s.) attraverso la discendenza dei suoi avi lui è Hassani-Huseini. Da parte del padre ricevette l’Ordine Sufi Qadiri, da quella della madre l’Ordine Sufi Mevlevi.
Durante la sua infanzia a Cipro era solito stare con suo nonno, che era uno Shaykh dell’Ordine Qadiri, che gli insegnava la disciplina e la spiritualità. Presto dei segni straordinari apparvero in lui. Il suo carattere era perfetto. Non litigava né polemizzava mai con nessuno. Era sempre di natura sorridente e paziente. Ricevette la preparazione per la Via spirituale dal nonno paterno e materno.
Da giovane Shaykh Nazim era tenuto in grande stima per l’altissimo livello spirituale. Tutti a Larnaca lo conoscevano perché in giovane età era in grado di dare buoni consigli alla gente, di leggere nel futuro e rivelarlo spontaneamente. Fin dall’età di cinque anni c’erano dei momenti in cui sua madre non riusciva a trovarlo. Dopo averlo cercato lo trovava o nella Moschea o presso la tomba di Umm Hiram (R.a.), una compagna del Profeta (s.A.’a.s.) la cui tomba era situata vicino alla Moschea. Un gran numero di turisti visitavano questa tomba, attratti dallo spettacolo di una roccia sospesa nell’aria sopra la sua tomba. Quando sua madre tentava di riportarlo a casa lui diceva: “Lasciami qui in compagnia di Umm Hiram (R.a.), lei è una dei nostri avi.” Lo si vedeva spesso parlare con Umm Hiram (R.a.) che era morta 1400 anni prima, ascoltare e poi parlare, ascoltare e poi rispondere come se avesse una normale conversazione con lei. Quando qualcuno lo disturbava lui diceva: “Lasciatemi parlare colla mia progenitrice che è nella tomba.”
Suo padre lo mandò a studiare cultura generale durante il giorno e cultura religiosa alla sera. Spiccava tra gli altri per la sua genialità. Dopo aver completato la scuola superiore impiegava il suo tempo a studiare l’Ordine Sufi dei Mevlevi e dei Qadiri. Il giovedì e il venerdì guidava il circolo dei Qadiri e dei Mevlevi.
Tutti a Cipro a quei tempi lo conoscevano come una persona altamente spirituale. Imparò la Legge Sacra, la Giurisprudenza, la Scienza delle Tradizioni, la Scienza della Logica, i commentari del Corano ed era in grado di dare giudizi legali su tutti i campi dei temi islamici. Era in grado di parlare dai diversi livelli spirituali. Aveva il dono di spiegare realtà difficili con aforismi semplici e comprensibili.
Dopo aver completato le scuole superiori in Cipro, si stabilì a Istanbul nel 1359 AH / 1955 d.C. dove vivevano i suoi due fratelli e sua sorella. Studiava ingegneria chimica all’Università di Istanbul, nel distretto di Bayasid e nello stesso tempo progrediva nella conoscenza della Legge Sacra e nello studio della lingua araba con il suo primo shaykh, Shaykh Jamaluddin al-Lasuni, che morì nel 1375 AH / 1955 d.C.. Ricevette la sua laurea in ingegneria con il massimo dei voti. I professori dell’università gli consigliarono di dedicarsi alla ricerca. Disse: “Non provo alcuna attrazione verso le scienze moderne. Il mio cuore è sempre attratto dalle scienze spirituali.”
Durante il suo primo anno a Istanbul incontrò la sua prima guida spirituale, Shaykh Sulayman Arzurumi, un Shaykh dell’Ordine Naqshbandi, che morì nel 1368 AH / 1948 d.C.. Durante gli studi di Ingegneria Chimica era sempre presente agli incontri col suo Maestro per imparare la disciplina dell’Ordine Naqshbandi in aggiunta ai due Ordini dei Qadiri e dei Mevlevi.
Lo si poteva solitamente vedere nella Moschea di Sultan Ahmad in meditazione da solo per tutta la notte. Disse:
“Là ricevetti un gran numero di benedizioni e una grande pace nel mio cuore. Facevo sempre la preghiera dell’alba in quella Moschea con i miei due maestri Shaykh Jamaluddin al-Lasuni e Shaykh Suleiman Arzurumi. Mi educarono e misero una grande conoscenza spirituale nel mio cuore. Ricevetti molte visioni a quel tempo, che mi spingevano verso Damasco, ma non ricevetti il permesso dai miei maestri. Molte volte nelle mie visioni, attraverso la negazione del mio ego, vidi il Profeta Muhammad (s.A.’a.s.) che mi chiamava alla sua presenza. C’era era un profondo desiderio nel mio cuore di abbandonare tutto e di migrare verso la Città Santa del Profeta (s.A.’a.s.) .
Un giorno, quando questo era particolarmente intenso, mi si presentò una visione nella quale il mio Shaykh, Suleiman Arzurumi, venne, mi scosse le spalle e mi disse: “Adesso il permesso è giunto. I tuoi segreti, la tua fiducia e la tua guida spirituale non sono più in mano mia.” Ti ho solo tenuto in fiducia fino a che fossi pronto per il tuo vero Maestro che è anche il mio Maestro, Shaykh Abd Allah ad-Daghestani: egli è colui che ha le chiavi dei tuoi segreti. Vai da lui a Damasco. Questo permesso viene da me e dal Profeta (s.A.’a.s.)” [Shaykh Suleiman Arzurumi era uno dei 313 dell’Ordine Naqshbandi che seguono le orme e rappresentano i 313 messaggeri].
La visione finì e con quella ricevetti il permesso di andare a Damasco. Subito cercai il mio Maestro per raccontarli la mia visione. Dopo circa due ore lo trovai che veniva alla Moschea. Corsi verso di lui. Aprì le sue braccia e mi disse: “Figlio mio sei felice della tua visione?” Allora mi resi conto che lui era a conoscenza di tutto quello che era accaduto. Egli disse: “Non aspettare, dirigiti immediatamente a Damasco.” Non mi diede né il suo indirizzo né altre informazioni eccetto il nome Shaykh Abd Allah ad-Daghestani in Damasco. Viaggiai da Istanbul ad Aleppo dove mi fermai per qualche tempo. Durante il mio soggiorno ero solito andare ad una Moschea, dove pregavo e sedevo con gli eruditi e passavo il mio tempo in adorazione e meditazione.
Poi viaggiai verso Hama che, come Aleppo, è una città molto antica. Cercai di arrivare a Damasco, ma era impossibile. I francesi, che occupavano Damasco, si preparavano per un attacco degli inglesi. Così viaggiai verso Homs alla tomba di Khalid ibn Walid (R.a.) un compagno del Profeta (s.A.’a.s.). Visitai Khalid ibn Walid (R.a.) e poi entrai nella Moschea e pregai. Un servitore venne da me e disse: “L’altra notte ho sognato che il Profeta (s.A.’a.s.) veniva da me. Diceva: “Uno dei miei discendenti verrà qui domani, abbi cura di lui per me.” Poi mi fece vedere la tua immagine e adesso ti riconosco.”
Fui così colpito da ciò che disse che accettai il suo invito. Mi diede una stanza in quella moschea dove mi fermai per un anno. Non uscii se non per pregare o per sedere in compagnia di due eminenti eruditi, che insegnavano recitazione coranica ed esegesi, le Tradizioni e la giurisprudenza. Questi erano Shaykh Muhammad Ali Uyun as-Sud e Shaykh Abdul Aziz Uyun as-Sud, il Mufti di Homs. Frequentavo anche il circolo di due Maestri spirituali Naqshbandi Shaykh Abdul Jalil Murad e Shaykh Said as-Suba’i. Il mio cuore desiderava intensamente di andare a Damasco, ma dato che la guerra era così intensa decisi di andare a Tripoli in Libano, da lì a Beirut e da Beirut a Damasco per una strada più sicura.
Nell’anno 1364 AH / 1944 d.C. Shaykh Nazim arrivò a Tripoli con l’autobus. Arrivò al porto e si fermò lì. Era uno straniero, non conosceva nessuno. Girando per il porto, vide qualcuno che gli veniva incontro dall’altra parte della strada. Quella persona era Shaykh Munir al-Malek, il Mufti di Tripoli. Allo stesso tempo era lo Shaykh di tutti gli Ordini Sufi della città. Si avvicinò e disse: “Sei tu Shaykh Nazim? Ho sognato il Profeta Muhammad (s.A.’a.s.) che diceva: “Uno dei miei discendenti sta arrivando a Tripoli.” Mi fece vedere la tua immagine e mi disse di cercarti in questo luogo e disse anche di prendermi cura di te.”
Shaykh Nazim racconta:
“Sono stato con Shaykh Munir al-Malek per un mese. Egli organizzò per me il viaggio ad Homs e da Homs a Damasco. Arrivai a Damasco un venerdì del 1365 AH / 1945 d.C. all’inizio dell’anno musulmano. Sapevo solo che Shaykh Abd Allah abitava nel quartiere di Hayy al-Maidan, vicino alla tomba di Bilal al-Habashi (R.a.) e di molti discendenti della famiglia del Profeta (s.A.’a.s.), un antico quartiere pieno di vecchi monumenti.
Non sapevo quale fosse la casa del mio Shaykh. In quel momento mentre ero per strada mi apparve una visione dove lo Shaykh si affacciava dalla sua casa e mi invitava ad entrare. La visione finì e purtroppo per la strada non c’era nessuno. Le strade erano vuote a causa dei bombardamenti dei francesi e degli inglesi. Tutti avevano paura e si nascondevano nelle loro case. Ero da solo per la strada. Contemplavo nel mio cuore per sapere quale fosse la casa del Maestro. Poi in una visione vidi precisamente una casa con una porta. Mi misi alla ricerca fino a che trovai quella porta. Come mi avvicinai per bussare, lo Shaykh aprì la porta. Egli disse: “Benvenuto figlio mio, Nazim Effendi.”
Il particolare aspetto immediatamente mi attrasse. Mai prima di allora avevo visto uno Shaykh così. La luce si irradiava dal suo volto e dalla sua fronte. Il suo cuore e il suo brillante sorriso emanavano calore. Mi portò di sopra e mi disse: “Ti stavo aspettando.”
Nel mio cuore ero totalmente felice di stare con lui, però avevo anche il desiderio di visitare la città del Santo Profeta (s.A.’a.s.). Gli chiesi: “Che cosa devo fare?” Disse: “Per adesso riposa e domani ti darò la risposta.” Cenammo insieme e feci la preghiera della notte con lui e poi mi addormentai. Prima dell’alba mi svegliò per la preghiera facoltativa della notte (tahajjud). Mai nella mia vita avevo provato un potere simile come nella sua preghiera. Mi sembrava di essere alla Presenza Divina e il mio cuore era sempre più attratto verso di lui.
Ebbi una visione. Mi vedevo salire una scala dal nostro luogo di preghiera fino al Bayt-al-Mamur, la Ka’bah dei cieli, scalino dopo scalino. Ogni scalino era uno stato spirituale entro cui il mio Maestro mi immergeva. Per ogni stato spirituale ricevetti una conoscenza nel mio cuore, che mai prima d’ora avevo imparato né udito. Parole, frasi e sentenze erano unite in una maniera così stupenda, trasmesse nel mio cuore in ogni stato spirituale al quale ero stato elevato fino a quando raggiungemmo il Bayt-al-Mamur. Lì vidi 124.000 profeti che stavano in linea per la preghiera con il Profeta Muhammad (s.A.’a.s.), il loro imam. Vidi 124.000 Compagni del Profeta (s.A.’a.s.) che stavano in fila dietro di loro. Vidi 7007 Santi dell’Ordine Naqshbandi che stavano dietro di loro per la preghiera. Vidi anche 124.000 Santi degli altri Ordini spirituali stare in fila.
C’era uno spazio vuoto per due persone direttamente alla destra di Abu Bakr as-Siddiq (R.a.). Grandshaykh andò in quello spazio libero e mi portò con lui e insieme facemmo la preghiera dell’alba. Mai nella mia vita avevo sperimentato una dolcezza tale come in quella preghiera. Il Profeta Muhammad (s.A.’a.s.) dirigeva la preghiera e la bellezza della sua recitazione era indescrivibile. Era una esperienza indescrivibile. Con al fine della preghiera finì anche la visione e sentii il mio Shaykh dirmi di fare la chiamata per la preghiera dell’alba.
Facemmo la preghiera dell’alba. Fuori potevo sentire il bombardamento dei due eserciti. Mi iniziò all’Ordine Naqshbandi e mi disse: “O figlio mio, abbiamo un tale potere che in un secondo possiamo far raggiungere al discepolo la sua stazione spirituale.” Appena finì di dire ciò, guardò nel mio cuore con i suoi occhi. Facendo ciò essi cambiarono da gialli a rossi, poi bianchi, poi verdi e alla fine neri. Il suo colore degli occhi cambiava appena inseriva nel mio cuore la conoscenza associata con ogni colore.
La luce gialla era la prima e corrispondeva allo stato spirituale del cuore. Lui riversò nel mio cuore ogni genere di conoscenza esterna, necessaria per la vita di ogni giorno della gente. Poi riversò dal livello del segreto la conoscenza di tutti i quaranta Ordini Spirituali che provengono da ‘Ali ibn Abu Talib (R.a.). Mi ritrovai Maestro di tutti questi Ordini. Quando mi trasmetteva la conoscenza di questo stadio i suoi occhi erano rossi. Il terzo stadio, che è il segreto del segreto, è permesso solo ai Maestri dell’Ordine Naqshbandi il cui imam è Abu Bakr as-Siddiq (R.a.). Quando riversava la conoscenza nel mio cuore da questo stadio i suoi occhi erano bianchi. Poi mi portò allo stadio del Celato, la stazione della conoscenza spirituale nascosta, dove i suoi occhi cambiarono in verde, poi mi portò alla stazione del totale annientamento, la stazione del Più Occulto dove niente appare. Il colore dei suoi occhi diventò allora nero. Da qui mi portò alla Presenza di Dio. Poi mi portò alla normale esistenza.
Il mio amore per lui in quel momento era così intenso che non potevo immaginarmi di potermene allontanare. Non desideravo altro che servirlo e stare per sempre con lui. Poi arrivò la bufera, scese il tornado e la turbolenza minacciò la calma. La prova era enorme. Il mio cuore era disperato quando lui disse: “Figlio mio, la tua gente ha bisogno di te. Ti ho dato abbastanza per adesso. Oggi devi ritornare a Cipro.” Avevo impiegato un anno e mezzo per raggiungerlo. Ho passato una notte con lui. Adesso mi ordinava di ritornare a Cipro, un luogo che non vedevo da cinque anni. Era un ordine tremendo, ma nella Via dei Sufi, il discepolo deve arrendersi e sottomettersi al volere del suo Shaykh.
Dopo aver baciato le sue mani e i suoi piedi e aver ottenuto il suo permesso cercai un sistema per viaggiare fino a Cipro. La seconda guerra mondiale stava per terminare. Non c’era alcun mezzo di trasporto. Mentre per strada stavo pensando a ciò, una persona venne e mi disse: “O Shaykh, sta cercando un passaggio?” Dissi: “Si, dove stai andando?” Lui rispose: “A Tripoli.” Mi prese sul suo camion e dopo due giorni arrivammo a Tripoli. Quando fummo lì gli dissi di portarmi al porto. Disse: “Per che cosa?” Io gli risposi: “Per trovare una nave che mi porti a Cipro.” Lui disse: “Come, nessuno viaggia per mare con questa guerra.” Io gli dissi: “Non ha importanza, portami lì.” Così mi portò al porto e mi lasciò lì. Fui molto sorpreso quando vidi Shaykh Munir al-Malik venirmi incontro. Egli mi disse: “Quanto è grande l’amore che il tuo avo ha per te? Il Profeta Muhammad (s.A.’a.s.) mi è apparso di nuovo in sogno e mi ha detto: “Mio figlio Nazim sta arrivando. Abbi molta cura di lui.”
Mi fermai con lui per tre giorni. Gli chiesi di aiutarmi a trovare un passaggio per Cipro. Egli cercò ma a quel tempo era impossibile per via della guerra e della carenza di carburante. Non trovò altro se non una barca a vela e mi disse: “Se vuoi puoi andare ma è pericoloso.”. Gli risposi: “Devo andare perché questo è l’ordine del mio Maestro.” Shaykh Munir Al-Malek pagò un caro prezzo al proprietario per portarmi. Issammo le vele. Ci vollero sette giorni per arrivare a Cipro, un viaggio che normalmente richiede quattro ore con una barca a motore.
Appena approdai e misi piede sul suolo di Cipro, immediatamente una visione spirituale si apri nel mio cuore. Vidi Grandshaykh Abd Allah Daghestani che mi diceva: “O figlio mio, niente ti ha impedito dall’eseguire il mio ordine. Hai ottenuto molto nell’ascoltare e nell’accettare. Da questo momento in poi sarò sempre visibile per te. Ogni qualvolta dirigerai il tuo cuore verso di me, io ci sarò. Per ogni domanda che avrai, riceverai una risposta direttamente dalla Presenza Divina. Ogni stato spirituale che desideri raggiungere, ti sarà concesso grazie alla tua completa sottomissione. Tutti i Santi sono contenti di te ed il Profeta (s.A.’a.s.) è soddisfatto di te.” Finito di dire ciò sentii la sua presenza vicino e da allora non mi ha mai abbandonato. Lui è sempre vicino a me.
Shaykh Nazim incominciò a diffondere gli insegnamenti spirituali a Cipro. Moltissimi seguaci vennero da lui e accettarono l’Ordine Naqshbandi. Sfortunatamente, ciò succedeva quando la religione era proibita in Turchia. E poiché si trovava nella Comunità Turca di Cipro la religione era totalmente bandita anche li. Persino la chiamata alla preghiera (adhan) era proibita.
La sua prima azione dopo aver raggiunto il suo luogo di nascita fu quella di recarsi alla Moschea e di chiamare la gente alla preghiera in arabo. Fu immediatamente arrestato. Rimase in prigione per una settimana. Appena lo scarcerarono andò alla grande Moschea di Nicosia e chiamò la gente alla preghiera dal suo minareto. Questo provocò una risposta molto violenta da parte dei burocrati. Lo denunciarono. Mentre stava aspettando il suo processo andò dappertutto a Nicosia e dintorni chiamando la gente alla preghiera dai minareti. Come risultato furono inoltrate molte denunce. Alla fine si contarono 114 denunce contro di lui. Gli avvocati gli consigliarono di smettere di chiamare la gente alla preghiera, però lui disse: “No, non posso, la gente deve sentire la chiamata alla preghiera.”
Arrivò il giorno del processo per le 114 denunce. Se fosse stato processato e condannato avrebbe dovuto scontare più di 100 anni in prigione. Lo stesso giorno ci furono i risultati delle elezioni in Turchia. Una persona di nome Adnan Menderes era stato eletto al potere. La sua prima azione come presidente fu di aprire tutte le Moschee e permettere la chiamata alla preghiera in arabo. Questo fu un miracolo del nostro Grandshaykh.
Durante i suoi anni lì Shaykh Nazim viaggiò per tutta Cipro. Visitò anche il Libano, l’Arabia Saudita, l’Egitto e tantissimi altri posti, per insegnare la Via Sufi. Tornò a Damasco nel ’52 quando sposò una discepola del Grandshaykh, Hajjah Amina Adil. Da allora visse a Damasco e visitava ogni anno Cipro nei mesi di Rajab, Shaban e Ramadhan. La sua famiglia viveva con lui a Damasco e andavano insieme a Cipro. Ha due figli e due figlie.

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I suoi viaggi
Shaykh Nazim era solito andare annualmente al pellegrinaggio come capo del gruppo dei ciprioti. In totale ha fatto 27 pellegrinaggi. Si prendeva cura dei discepoli e dei seguaci del Grandshaykh.
Una volta il Grandshaykh gli disse di andare da Damasco ad Aleppo a piedi e di fermarsi in ogni villaggio sulla strada e di divulgare l’insegnamento Naqshbandi, la conoscenza del sufismo e la conoscenza della religione. La distanza tra Damasco ed Aleppo è di circa 400 chilometri. Tra l’andata ed il ritorno ci mise circa un anno. Era solito camminare per uno o due giorni, arrivare ad un villaggio, trascorrere una settimana nel villaggio divulgando l’Ordine Naqshbandi, guidando il dhikr, preparando la gente alla via spirituale per poi ritornare a camminare fino al prossimo villaggio. Così il suo nome divenne molto famoso dalla frontiera della Giordania fino a quella turca vicino ad Aleppo.
Alla stessa maniera Grandshaykh gli disse di camminare per Cipro. Camminava da un villaggio all’altro chiamando la gente all’Islam, a rinunciare all’ateismo, al secolarismo, al materialismo e di ritornare a Dio. Divenne così famoso in tutta Cipro e così bene amato che, a causa del colore del suo turbante e del suo mantello, tutti e due verde scuro, fu conosciuto in tutta l’isola come: “Shaykh Nazim dal copricapo verde”.
Visitò molte volte il Libano dove lo conoscemmo. Nel 1955 stavo nell’ufficio di mio zio che era il segretario generale per gli affari religiosi in Libano. Una posizione del governo di alto prestigio. Era l’ora della preghiera del primo pomeriggio e mio zio, Shaykh Mukhtar Alayli era solito pregare nella Moschea al-Umari al-Kabir in Beirut. Mio zio dirigeva la preghiera e due dei miei fratelli ed io pregavamo dietro di lui. Lo Shaykh venne e pregò vicino a noi. Guardò mio fratello e gli disse: “Ti chiami Tizio?” e menzionò il suo nome. Lui guardò l’altro fratello e lo chiamò per nome. Mi guardò e disse anche il mio nome. Fummo molto sorpresi da tutto ciò perché non l’avevamo mai visto prima. Mio zio era molto attratto da lui. Questo fu il nostro primo contatto con Shaykh Nazim.
Mio fratello maggiore insistette nell’ospitare Shaykh Nazim in casa nostra e anche mio zio venne con noi. Il nostro ospite disse: “Sono stato inviato da Shaykh Abd Allah.” Mi disse: “Il primo alla tua destra dopo la preghiera del primo pomeriggio si chiama così, l’altro così e l’altro ancora così. Iniziali all’Ordine Naqshbandi. Essi saranno tra i nostri seguaci.” La conoscenza dei nostri nomi ci sorprese e ci attirò a lui. Essendo molto giovane fui particolarmente attratto da lui.
Da quella volta in poi fu sua consuetudine visitare Beirut regolarmente. Da parte nostra ci recavamo a Damasco settimanalmente per visitare Grandshaykh Abd Allah e Shaykh Nazim. Ricevemmo una grande conoscenza spirituale e fummo testimoni dei miracolosi poteri che essi trasmettevano nei cuori dei discepoli. Eravamo così attratti da loro che pregavamo sempre nostro padre di lasciarceli visitare ogni Domenica.
La casa di Shaykh Nazim era sempre piena di ospiti. Almeno cento persone lo visitavano quotidianamente. Li accontentava e li serviva tutti. La sua casa stava vicino a quella di Grandshaykh vicino a Jabal Qasiyun, la montagna che sovrasta la città da sud-est. Viveva in una casa modesta in cui tutto era semplice, di legno lavorato a mano e di altri materiali naturali.
A partire dal 1974, cominciò a visitare l’Europa viaggiando ogni anno da Cipro a Londra con l’aereo e ritornando via terra. Continua a incontrare tutti i tipi di persone da ogni parte del mondo, di ogni lingua, di ogni fede e cultura. La gente continua a professare l’Unità di Dio, a unirsi alla Via Sufi e a imparare i segreti spirituali da lui. Il suo sorriso ed il suo viso luminoso sono conosciuti attraverso tutta l’Europa ed amati poiché portano il vero sapore spirituale nella vita della gente.
Negli ultimi anni ha camminato attraverso tutta la Turchia. Dal 1978 ha trascorso ogni anno quattro mesi viaggiando attraverso una regione della Turchia. Un anno passò per la regione di Istanbul, Yalova, Bursa, Eskisehir e Ankara. In un altro viaggio attraverso Konia, Isparta e Kirsehir. In un altro ancora viaggiò nella regione della costa a sud poi l’anno seguente un altro soggiorno lo spese nel Mar Nero, muovendosi da un distretto all’altro, da una città all’altra, da una moschea all’altra, divulgando la Parola di Dio, la spiritualità e la luce ovunque andasse.
Dovunque è il benvenuto per gruppi di gente comune e anche ufficiali del Governo. In tutta la Turchia è conosciuto con il soprannome di al-Qubrusi. Fu lo Shaykh dell’ultimo Presidente della Turchia, Turgut Ozal. Era estremamente rispettato da lui. Al giorno d’oggi è molto conosciuto in tutta la Turchia, i mezzi di informazione e la stampa si interessano di lui. Quasi ogni settimana è intervistato da una rete televisiva differente, da differenti reporter per sapere la sua opinione sugli eventi in Turchia e il suo futuro. Si tiene sempre sulla via di mezzo come raccomandato dal Profeta (s.A.’a.s.) percorrendo una linea sottile tra il Governo secolare e il fondamentalismo islamico. Questo porta grande felicità e pace ai cuori e alle menti sia della gente nomale che della classe colta.
Nel 1986 fu invitato a viaggiare in Estremo Oriente: Brunei, Malesia, Singapore, India, Pakistan, Sri Lanka. Fu dappertutto il benvenuto per Sultani, Presidenti, Membri del Parlamento, Ufficiali di governo e naturalmente gente comune. A Brunei è considerato il Santo dell’epoca. Fu benvenuto generosamente sia dalla gente e specialmente dal Sultano, Hajji Hasan al-Bolkiah. In Malesia è considerato uno dei grandi Shaykh dell’Ordine Naqshbandi. In Pakistan è conosciuto come colui che porta nuova vita alla Via Sufi e ha migliaia di discepoli. A Sri Lanka tra gente comune e ufficiali conta ventimila discepoli. E’ anche rispettato dai musulmani di Singapore.
Recentemente nel 1991 ha compiuto il suo primo viaggio in America. In questo viaggio ha visitato più di quindici stati. Ha incontrato molta gente di credenze e religioni diverse. Musulmani, Cristiani, Ebrei, Sikh, Buddisti, Induisti e credenti della nuova era. Questo determinò la fondazione di più di tredici centri dell’Ordine Naqshbandi nel nord dell’America. Nel 1993 fece una seconda visita e viaggiò in molte cittadine e città visitando Moschee, Chiese, Sinagoghe e Templi. Grazie a lui più di diecimila persone del Nord America hanno abbracciato l’Islam e sono stati iniziati all’Ordine Naqshbandi.
Nell’ottobre del 1993 era presente alla riapertura della Moschea e della scuola di Imam Bukhari in Bukhara, Uzbekistan. Fu il primo dopo molte generazioni di questa linea di Shaykh a poter ritornare alla madrepatria dei grandi Maestri dell’Asia centrale, che hanno così potentemente segnato la strada e il nome di quest’Ordine.
Così come Shah Naqshband portava nuovo vigore in Bukhara, così come Shaykh Ahmad as-Sirhindi al-Mujaddidi era il rinnovatore del secondo millennio, così come Khalid al-Baghdadi rinnovava l’Islam, la Legge Divina e la Via nel Medio Oriente, così ora Shaykh Muhammad Nazim Adil al-Haqqani è il rinnovatore, colui che chiama a Dio in questa era, l’era della tecnologia e del progresso materiale.
Il suo primo ritiro per ordine di Shaykh Abd Allah Daghestani fu nel 1955 in Sueileh, Giordania. Durò sei mesi. Il potere e la purezza della sua presenza attirò migliaia di discepoli, così che Sueileh e i villaggi limitrofi, Ramta e Amman divennero pieni di discepoli. Moltissima gente tra cui dotti e funzionari erano fortemente attratti dalla sua luce e dalla sua personalità.
Quando aveva solo due bambini, una figlia e un figlio, fu convocato dal Grandshaykh Abd Allah Daghestani. Gli disse: “Ho ricevuto l’ordine dal Profeta (s.A.’a.s.) per te di fare un ritiro nella Moschea di Abdul Qadir al-Gilani (R.a.) a Baghdad. Vai lì e completa il ritiro spirituale per sei mesi.”
Descrivendo questo evento Shaykh Nazim racconta:
“Non feci al mio Maestro nessuna domanda. Non ritornai neanche a casa. Mi diressi direttamente verso Marja nella città bassa. Non pensai nemmeno: “Mi servono dei vestiti, dei soldi, delle provviste.” Quando il mio Maestro disse: “Vai.”, io andai. Ero molto attratto da questo ritiro spirituale con Shaykh Abdul Qadir al-Gilani. Quando raggiunsi la città bassa vidi un uomo che mi stava osservando. Mi guardò e mi riconobbe. Mi disse: “Shaykh Nazim dove stai andando?” Io risposi: “A Baghdad.” Questo era un discepolo di Grandshaykh. Lui disse: “Anch’io sto andando a Baghdad.” Aveva un camion pieno di merce da consegnare a Baghdad. Così mi prese con lui.
Quando entrai nella Moschea di Shaykh Abdul Qadir al-Gilani trovai un uomo imponente che era addetto alla chiusura della porta della Moschea. Questo disse: “Shaykh Nazim?” “Si?” gli risposi. Disse: “Mi è stato assegnato l’incarico di essere tuo servitore durante la tua permanenza. Vieni con me.” Ero sorpreso da tutto ciò, ma nel mio cuore non c’era meraviglia poiché noi sappiamo che nella Tariqa tutto è perfettamente predisposto dalla Divina Presenza. Lo seguii fino a che ci avvicinammo alla tomba dell’Arci-Intercessore. Salutai con deferenza il mio bis-bisnonno Shaykh Abdul Qadir al-Gilani. Poi mi accompagnò in una cameretta e mi disse: ‘Ogni giorno ti porterò una ciotola di zuppa di lenticchie con un pezzo di pane.”
Uscivo dalla mia stanza solo per le cinque preghiere canoniche. Altrimenti tutto il mio tempo lo passavo in quella stanza. Raggiunsi un tale stato che potevo finire la recitazione del Quran in nove ore. Recitavo La ilaha ill-Allah 124.000 volte e altrettante Benedizioni al Profeta (s.A.’a.s.), in più recitavo al completo Dalail al-Khayrat. In aggiunta a tutto ciò recitavo 313.000 volte il None di Allah ogni giorno e in più tutte le preghiere speciali che mi erano state assegnate. Le visioni mi apparivano una dopo l’altra. Queste visioni mi portarono da uno stato ad un altro, fino a che fui annientato nella Presenza Divina.
Un giorno ebbi la visione di Shaykh Abdul Qadir al-Gilani che mi chiamava alla sua tomba. Disse: “O figlio mio, ti sto aspettando alla mia tomba, vieni!” Immediatamente feci una doccia eseguii due preghiere e andai alla sua tomba che distava pochi metri dalla mia stanza. Quando lo raggiunsi mi trovavo in uno stato di contemplazione e dissi: “As-salam alayka ya jaddi (la pace sia su di te, o mio bisnonno).” Immediatamente lo vidi uscire dalla sua tomba e fermarsi al mio fianco. Vicino a lui c’era un grandioso trono decorato con rare pietre preziose. Mi disse: “Vieni a sederti con me su quel trono.”
Ci sedemmo come un nonno fa con il nipote. Egli mi sorrise e disse: “Sono felice di te. Il livello spirituale del tuo Maestro Shaykh Abd Allah al-Faiz ad-Daghestani è molto alto nell’Ordine Naqshbandi. Io sono tuo nonno. Ora ti passerò direttamente da me il potere di cui dispongo come Arci-Intercessore. Ti inizio ora direttamente all’Ordine Qadiri.”
Subito dopo apparve Grandshaykh, apparve il Profeta (s.A.’a.s.) e apparve Shah Naqshaband. Shaykh Abdul Qadir Gilani si alzò per rispetto al Profeta (s.A.’a.s.) e agli Shaykhs e così feci io. Egli disse: “O mio Profeta (s.A.’a.s.), O Messaggero di Dio, io sono il nonno di questo mio nipote. Sono così felice del suo progresso spirituale nell’Ordine Naqshbandi che vorrei aggiungere l’Ordine Naqshbandi ai miei poteri.” Il Profeta (s.A.’a.s.) sorrideva e guardava verso Shah Naqshbandi, e Shah Naqshbandi guardava verso Grandshaykh. Questa era la forma corretta, poiché a quel tempo Shaykh Abd Allah era lo Shaykh vivente. Grandshaykh passò il segreto dell’Ordine Naqshbandi ricevuto da Shah Bahauddin Naqshbandi attraverso la linea del Profeta (s.A.’a.s.) da Abu Bakr as-Siddiq (R.a.), aggiungendo allo stato di Shaykh Abdul Qadir Gilani il potere dell’Ordine Naqshbandi.
Quando Shaykh Nazim finì il ritiro e stava per partire, andò alla tomba di Shaykh Abdul Qadir Gilani per salutarlo. Shaykh Abdul Qadir Gilani gli apparve fisicamente e gli disse: “O figlio mio, sono molto felice dei livelli spirituali che hai raggiunto nell’Ordine Naqshbandi. Ti rinnovo l’iniziazione all’Ordine Qadiri.”. Poi Shaykh Abdul Qadir mi disse: “O mio nipote, voglio farti un regalo per la tua visita.” Mi abbracciò e mi diede dieci monete. Queste monete appartenevano alla sua epoca e non alla nostra. Shaykh Nazim conserva tuttora quelle monete.
Prima di partire Shaykh Nazim diede allo Shaykh che lo serviva il suo mantello come ricordo. Gli disse: “Ho usato questo mantello durante tutto il mio ritiro sia come materasso per dormire sia come veste per pregare e recitare il dhikr. Tienilo e Dio ti benedirà, il Profeta (s.A.’a.s.) ti benedirà e tutti i Maestri di quest’Ordine ti benediranno.” Lo Shaykh prese la veste la baciò e la indossò. Così Shaykh Nazim lasciò Baghdad e tornò a Damasco in Siria.
Nel 1992 quando Shaykh Nazim si trovava a Lahore in Pakistan, visitò la tomba di Shaykh Ali al-Hujwiri. Lo Shaykh dell’Ordine Qadiri lo invitò a recarsi a casa sua. Così Shaykh Nazim passo la notte lì. All’ora della preghiera dell’alba il suo ospite gli disse:
“O mio Shaykh, ti ho tenuto qui questa notte per farti vedere un mantello molto prezioso che abbiamo ereditato ventisette anni fa. Esso ci fu donato da un grande Shaykh dell’Ordine Qadiri a Baghdad, che giunse fino a noi. Tutti i nostri Shaykh lo hanno conservato e preservato poiché era il mantello personale dell’Arci-Intercessore di questo tempo.
Uno Shaykh turco dell’Ordine Naqshbandi si ritirò nella Moschea della tomba di Shaykh Abdul Qadir al-Gilani. Quando quello Shaykh finì il suo ritiro spirituale donò il suo mantello ad uno Shaykh Qadiri che lo aveva servito per tutto quel periodo. Quello Shaykh Qadiri si raccomandò al suo successore di prendersi gran cura di quel mantello poiché se qualcuno lo avesse indossato sarebbe guarito da ogni malattia. Qualunque aspirante, sulla via della Divina Presenza, che indossi quel mantello sarà facilmente elevato ad un alto stato di visione.”
Così aprì l’armadio e gli mostrò il mantello preservato in una bacheca di vetro. Aprì la bacheca e tirò fuori il mantello. Shaykh Nazim stava sorridendo. L’altro Shaykh gli chiese: “Cosa succede o mio Shaykh?” Shaykh Nazim gli rispose: “Ciò mi rende enormemente felice. Questo è il mio mantello che donai allo Shaykh Qadiri alla fine del ritiro.” Quando lo Shaykh udì ciò baciò le mani di Shaykh Nazim e chiese di rinnovare la sua iniziazione all’Ordine Qadiri e di essere iniziato all’Ordine Naqshbandi. Dio si prende gran cura dei suoi Santi ovunque essi vadano per mezzo dei suoi sinceri e benamati servitori.
Ritiri spirituali a Medina
Molte volte Shaykh Nazim fece dei ritiri che variavano da quaranta giorni ad un anno di tempo. I ritiri variavano anche nel grado di isolamento dal mondo esterno: qualche volta non c’era nessun contatto; qualche volta c’era il contatto per le preghiere giornaliere in congregazione e qualche volta era permesso un contatto maggiore per partecipare a conferenze o alil dhikr. Fece molti ritiri spirituali nella città santa del Profeta (s.A.’a.s.). Egli disse:
“Nessuno ha mai avuto il privilegio di entrare in ritiro spirituale con il suo Shaykh. Io ebbi questo privilegio nella stessa stanza col mio Maestro a Medina. Era una vecchissima stanza vicino alla Santa Moschea del Profeta (s.A.’a.s.). C’era una sola porta ed una finestra. Appena entrammo il mio Maestro sbarrò la finestra con delle assi. Mi diede l’autorizzazione a lasciare la stanza solo per le cinque preghiere nelle Santa Moschea del Profeta (s.A.’a.s.).
Mi era stato detto dal mio Maestro di imparare a “osservare i propri passi” quando uscivo per le preghiere. La disciplina e il controllo della vista sono un mezzo per distaccarsi da tutto, eccetto Dio, Onnipotente ed Eccelso e il Suo Profeta (s.A.’a.s.).
Il mio Shaykh non dormì mai per tutto quel periodo. Per un anno intero non lo vidi mai dormire. Né mai mangiò. Ci davano ogni giorno una ciotola di lenticchie e un pezzo di pane. Mi cedeva sempre la sua parte. Lui beveva solo acqua. Né mai lasciò la stanza.
Giorno dopo giorno e notte dopo notte il mio Maestro sedeva leggendo il Corano con la luce di una candela recitando il dhikr elevando le sue mani in implorazione. Per intere ore implorava e le suppliche erano tutte differenti. Nello spazio di un anno non ripeté mai la stessa supplica. Talvolta non riuscivo a capire il linguaggio col quale erano formulate le suppliche perché era un Linguaggio Divino. Potevo solo capire queste implorazioni attraverso le visioni e le ispirazioni che arrivavano nel cuore.
Non distinguevo la notte dal giorno se non per le preghiere. Grandshaykh Abd Allah non vide la luce del giorno per un anno intero, ma solo la luce della candela. Io vedevo la luce del giorno solo quando andavo per la preghiere.
Grazie a quel ritiro fui elevato a diversi livelli di spiritualità. Un giorno lo sentì che diceva: “O Allah, dammi il potere di intercessione, dal potere di intercessione che hai garantito al tuo Profeta (s.A.’a.s.), affinché io possa intercedere per tutti gli esseri umani nel Giorno del Giudizio per innalzarli alla Tua Divina Presenza.” Come disse ciò ebbi la visione del giorno del giudizio. Dio Onnipotente ed Eccelso scendeva sul Suo trono e giudicava la gente. Il Profeta (s.A.’a.s.) stava alla destra della Divina Presenza, Grandshaykh stava alla destra del Profeta (s.A.’a.s.) ed io stavo alla destra di Grandshaykh.
Dopo che Dio ebbe giudicato la gente, autorizzò il Profeta (s.A.’a.s.) a intercedere. Quando il Profeta (s.A.’a.s.) finì di intercedere disse al Grandshaykh di benedire e di innalzare la gente con il potere spirituale che gli era stato dato. La visione finì e io sentì il mio Maestro dire: “Al-hamdulillah, Al-hamdulillah, Nazim Effendi ho ottenuto la risposta.”
Queste visioni continuarono e un giorno ritornando dalla preghiera del mattino mi disse: “Nazim Effendi guarda!” Dove avrei dovuto guardare, in alto, in basso, a destra o a sinistra? Mi venne l’ispirazione di guardare al suo cuore. Appena guardai al suo cuore ricevetti una grande rivelazione, vidi Shaykh Abdul Khaliq al Ghujdawani che si presentava nella sua forma fisica e mi diceva: “O figlio mio, il tuo Shaykh è unico, nessuno come lui è mai apparso prima.” Poi ci invitò ad andare con lui.
Immediatamente ci trovammo con Abdul Khaliq in un altro posto su questa terra. Egli disse: “Dio Onnipotente ed Eccelso mi ha ordinato di andare a quella roccia.” Così noi lo seguimmo fino a quella roccia. Egli disse: “Dio mi ha suggerito di colpire questa roccia.” Quando la colpì un incredibile e potente getto d’acqua scaturì da quella, come non ne avevo mai visto prima. Shaykh Abdul Khaliq disse: “L’acqua che sta uscendo oggi continuerà ad uscire fino al Giorno del Giudizio.”
Poi disse: “Dio Onnipotente mi ha detto che creerà da ogni goccia di quest’acqua un angelo di luce che Lo loderà fino al Giorno del Giudizio.” Egli mi disse: “O Mio servitore Abdul Khaliq, il tuo compito è quello di dare un nome ad ogni angelo. Non puoi usare due volte lo stesso nome. Ad ognuno di loro devi dare un nome differente e contare le sue lodi. Dividerai la ricompensa di queste lodi tra i seguaci dell’Ordine Naqshbandi. Questa sarà la tua responsabilità.” Così quella visione finì. Fui grandemente attratto da Shaykh Abdul Khaliq al-Ghujdawani e meravigliato da questo incredibile compito.
Le visioni si susseguirono in maniera simile. L’ultimo giorno del nostro ritiro dopo la preghiera dell’alba, udii un pianto fuori dalla finestra della nostra stanza. Udii una voce più forte e molte voci più deboli, come le voci di molti bambini che piangevano. Quel pianto non si fermava, ma io non potevo andare a vedere chi fosse perché non avevo il permesso. Il suono di questo pianto andava aumentando e continuò per ore.
Allora il Grandshaykh mi guardò e disse: “Nazim Effendi, sai chi sta piangendo?”. Anche se sapevo che non era il pianto di esseri umani, dissi: “O mio Shaykh, tu solo lo sai.” Immediatamente mi rispose: “Questo è Iblis (Satana) ed i suoi soldati. Lo sai perché stanno piangendo?”. Io dissi: “O mio Shaykh, tu solo lo sai.”. Così mi rispose: “Satana ha annunciato ai suoi demoni che hanno perso il controllo su due persone di questa terra.”
Poi ebbi una visione in cui Satana e i suoi demoni erano stati circondati da una Catena Divina che gli impediva di raggiungere il mio Shaykh e me. La visione finì. Poi Grandshaykh mi disse: “La lode spetta a Dio, Il Profeta (s.A.’a.s.) è felice di te e io sono felice di te.” Mise la sua mano sul mio cuore e immediatamente vidi il Profeta (s.A.’a.s.), 124.000 Profeti, 124.000 Compagni, 7007 Santi Naqshbandi, 313 Santi Eminenti, i cinque Poli Spirituali e l’Arci-Intercessore. Tutti quanti si congratularono con me. Ciascuno di loro pose nel mio cuore la sua Conoscenza Divina. Ereditai da loro i segreti dell’Ordine Naqshbandi e i segreti degli altri quaranta Ordini.
Le predizioni di Shaykh Abdullah riguardanti Shaykh Nazim
Prima della morte, Grandshaykh Abd Allah ad-Daghestani scrisse nel suo testamento:
Per ordine del Profeta (s.A.’a.s.) ho istruito ed elevato il mio successore, Nazim Effendi, e l’ho sottoposto a molti ritiri spirituali e l’ho preparato con severi esercizi e l’ho designato come mio successore. Vedo che nel futuro egli diffonderà quest’Ordine dall’Est all’Ovest. Dio farà sì che ogni tipo di persone, ricchi e poveri, eruditi e politici, vengano a lui, imparino da lui e accettino da lui l’Ordine Naqshbandi che, alla fine del XX secolo e all’inizio del XXI, si espanderà in tutto il mondo cosicché nessun continente sarà privo del suo dolce profumo.
Lo vedo istituire e fondare grandi quartieri generali a Londra attraverso i quali l’Ordine si espanderà in Europa, nell’Estremo Oriente e in America. Diffonderà tra la gente la sincerità, l’amore, la pietà, l’armonia e la felicità. Tutti si lasceranno alle spalle la turpitudine, il terrorismo e la politica. Diffonderà la conoscenza della pace nei cuori, la conoscenza della pace nelle comunità, la conoscenza della pace tra le nazioni per far sì che le guerre e i conflitti siano cancellati da questo mondo e la pace sia il fattore predominante. Vedo giovani accorrere a lui da ogni parte, per chiedere la sua benedizione. Lui indicherà loro la via per adempiere ai loro doveri secondo la tradizione islamica, per essere morigerati, per vivere in pace con tutti gli appartenenti ad ogni religione, per abbandonare l’odio e l’inimicizia. La religione è per Dio e Dio è il giudice dei Suoi servitori.
Quella previsione si avverò così come Grandshaykh Abd Allah l’aveva descritta. L’anno dopo che il Grandshaykh morì cioè il 1973, Maulana Shaykh Nazim fece il suo primo viaggio di ritorno in Turchia, visitando Bursa. Poi si recò a Londra. Molti giovani, specialmente i seguaci di John Bennet, lo vollero incontrare. Poiché molta gente si recava ad ascoltarlo, stabilì il suo primo centro nel 1974 a Londra.
Seguirono a questa sua prima visita, visite annuali in Inghilterra e nel continente durante e dopo il Ramadan. L’Ordine Naqshbandi si espandeva rapidamente, penetrando in tutta l’Europa, insieme con gli Stati Uniti, Canada ed America del Sud. Inoltre a Londra sono aperti tre centri per preparare la gente alla Via della Spiritualità, rimuovendo così la depressione e innalzandoli ad uno stato di pace nei loro cuori. I suoi insegnamenti continuano a diffondersi attraverso tutta l’Europa, in Nord e Sud Africa, gli Stati del Golfo, le Americhe, il Continente Indiano, l’Asia del Sud-Est, la Russia e parte della Cina, l’Australia e Nuova Zelanda.
Nelle terre che abbiamo citato e in quelle che non abbiamo citato non c’è un posto dove la saggezza di Shaykh Nazim non sia percepita. Questa è la differenza che c’è tra lui e tutti i santi viventi e quelli che lo precedettero. In sua presenza si parla in tutte le lingue. Ogni anno nel mese di Ramadan, una grande congregazione dei suoi seguaci si stabilisce a Londra, con più di 5.000 persone da ogni parte del mondo. Come Dio disse:
Vi abbiamo creato in nazioni e tribù affinché possiate conoscervi l’un l’altro.“(Corano, 49, 13)
I suoi seguaci provengono da ogni ceto sociale. Si può trovare il povero, quello di ceto medio, il ricco, il commerciante, il dottore, l’avvocato, lo psichiatra, l’astronomo, l’idraulico, il falegname, ministri di governo, politici, senatori, membri del parlamento, primi ministri, presidenti, re, sultani e nobili di ogni genere, ognuno di essi attratto dalla sua semplicità, dal suo sorriso, dalla sua luminosità e dalla sua spiritualità. Perciò è conosciuto come lo Shaykh universale che racchiude in sé tutti i colori.
I suoi detti e le sue conferenze sono state raccolte e pubblicate in molti libri, comprendenti la serie degli Oceani di Misericordia ed altri per un totale di più di trentacinque titoli. Sono stati registrati migliaia di metri di pellicola e migliaia e migliaia di ore di audiocassette.
La sua vita è sempre molto attiva. Lui è un viaggiatore nella Via Divina, mai fermo a casa, sempre in movimento da un posto all’altro. Un giorno è a est e il prossimo si trova ad ovest, un giorno è a nord ed il successivo a sud. E’ difficile sapere dove si troverà il giorno dopo. Presiede sempre a convegni con personalità politiche per incoraggiare la riconciliazione e la pace e la conservazione dell’ambiente. Egli è solito piantare nei cuori degli uomini il seme dell’amore, della pace e dell’armonia. Speriamo che nello spirito dei suoi insegnamenti tutte le religioni trovino la via alla riconciliazione, lasciandosi alle spalle tutte le differenze per vivere in pace e in armonia.
Le sue predizioni per il futuro del mondo sono la continuazione di quelle del Grandshaykh Abd Allah, che annunciano eventi prima che si verifichino, avvisando la gente e attirandone l’attenzione su ciò che avverrà. Spesso aveva detto: “Il comunismo sta per cadere e l’Unione Sovietica sta per scindersi in molti stati.” Egli predisse la caduta del muro di Berlino.
Il segreto della Catena d’Oro passò al sole dei soli, la guida degli avvicinati, lo scopritore dei segreti, Shaykh Muhammad Nazim Adil al-Qubrusi ar–Rabbani an-Naqshbandi al-Haqqani.
Questa biografia è’ tratta dal libro:
The Naqshbândi Sufi Way: History and Guidebook of the Saints of the Golden Chain di Shaykh Muhâmmad Hishâm Kabbâni, prefazione di Dr. Sayyed Hossâin Nasr, pubblicato da KAZI Publication, USA, 1995,
con il permesso e per gentile concessione dell’autore, Shaykh Muhâmmad Hishâm Kabbâni, Califfo per il Nord-America del Grandshaykh Muhâmmad Nâzim al-Haqqâni attuale leader mondiale dell’Ordine Sufi Naqshbândi.
Tutti i diritti di copyright © restano comunque a lui solo riservati.

Non e’ nostro interesse propagandare materiali non autorizzati ma semplicemente far conoscere ai veri credenti quante analogie ci siano nelle vie parallele della mistica ebraica ed islamica, rimando ad un detto:
Le vie della conoscenza divina sono molteplici, ma si possono riassumere nelle seguenti tre: gnosi, filosofia, scienza.
La via della gnosi ha origine nel cuore ed è subordinata alla purificazione interiore dal male e da un’indole impura; la via della filosofia ha origine nella ragione e necessita di un pensiero logico e di prove razionali; infine la via della scienza ha origine nelle facoltà percettive e si fonda sull’esperienza e sulla sperimentazione.
Il Glorioso Corano come la Torah precedentemente ci hanno indicato ognuna di queste tre vie. Da un lato ci presentano la religione, di cui il principio è la fede in Dio Altissimo, come insita nella natura umana. Dall’altro, nella via teologica, espongono prove razionali; ed infine ci offrono lo scenario della creazione come luogo di sperimentazione oggettiva della conoscenza di Dio, laddove recita:

Mostreremo loro i Nostri segni nell’universo e nelle loro stesse persone, finché non sia loro chiaro che questa è la verità. Non ti basta che il tuo Signore sia testimone di ogni cosa?”
  (Il Sacro Corano, 41: 53).

Bibliography

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Nachman of Breslov

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