domenica 14 agosto 2016

YOGA O MEDITAZIONE? L’EBRAISMO, L’ISLAM E IL SIKHISMO TRA LE GRANDI RELIGIONI CI RISPONDONO… parte seconda

YOGA O MEDITAZIONE? L’EBRAISMO, L’ISLAM E IL SIKHISMO TRA LE GRANDI RELIGIONI CI RISPONDONO… parte seconda

Per il Buddismo, ad esempio, non bastano le buone intenzioni e una condotta retta per farci raggiungere l’illuminazione. Ci vogliono anche chiara comprensione, penetrante consapevolezza, mancanza di egocentrismo e costante Meditazione. Le scritture buddiste distinguono fra “arhat“, colui che ha conseguito l’illuminazione, ma non la comunica agli altri, e “bodhisattva“, colui che ha conseguito l’illuminazione e si propone di aiutare gli altri. Questa importante differenza ha originato due correnti fondamentali del Buddismo: Hinayana o Piccolo Veicolo, e Mahayana, o Grande Veicolo. Quest’ultima si basa sul concetto che il bodhisattva rinuncia ad entrare nel nirvana e rimane nel ciclo delle reincarnazioni per aiutare gli altri esseri senzienti a raggiungere l’illuminazione. Il bodhisattva deve comunicare e trasmettere un insegnamento che non è definibile né concettualizzabile, che non è svelabile a parole, ma che si può raggiungere solo attraverso l’esperienza. Così egli rimane un mediatore tra l’uomo e la verità, è l’incarnazione del messaggio, quindi dà alla parola la dimensione che essa non può avere, perché non basta conoscere la via, bisogna anche percorrerla.
Il bodhisattva è un aiuto, ma può anche essere un ostacolo quando l’allievo si abbandona ad un contatto passivo con il suo maestro, quando manca un contenuto realizzativo.  Il Grande Veicolo favorisce una graduale liberazione con la devozione, l’etica, la compassione, la riflessione, la quiete mentale, mentre il Piccolo Veicolo favorisce la possibilità di una realizzazione immediata con la tecnica della presenza mentale, della consapevolezza, della penetrazione intuitiva. I metodi di Meditazione delle due correnti sono simili e sono preceduti da 7 punti fondamentali, che hanno lo scopo di preparare l’allievo alla Meditazione attraverso comportamenti, conoscenze, purificazione e che con la Meditazione costituiscono l’ottuplice sentiero:
– retta opinione, cioè conoscere la realtà autentica delle cose;
– retto pensiero, o retta intenzione, cioè atteggiamenti improntati a compassione e armonia, senza egoismo ed emotività;
– retta parola, cioè attenersi scrupolosamente alla verità;
– retta azione, cioè non compiere nessun atto che possa creare sofferenza;
– retto modo di vivere, cioè non compiere azioni inutili;
– retto sforzo, cioè combattere il male esistente e adoperarsi per prevenirlo;
– retta memoria, o ricordare le verità fondamentali;
– retta Meditazione, cioè la Meditazione che dà forza ai sette punti precedenti. Questo è il punto che distingue il Buddismo da altre vie piene di precetti, regole, comandamenti, da sentieri lastricati da buone intenzioni, ma incapaci dì trasformare la personalità.
E’ la Meditazione che permette a questi punti di penetrare profondamente nell’allievo, di orientare la sua vita e di favorire un suo sostanziale cambiamento.
Buddha ha fuso elementì di diverse tradizioni con tecniche di meditazione che permettono di passare da enunciazione, conoscenza, comprensione intellettuale fino ad arrivare alla realizzazione concreta.
Libri consigliati:
N. Thera – Il cuore della meditazione Buddista – Ubaldini Ed.
Dhiravamsa – La via del non attaccamento – Ubaldini Ed.

Il Sikhismo, la religione più moderna, nata nel XV secolo nell’India settentrionale basandosi sugli insegnamenti di Nanak e dei successivi nove guru , dal cui sistema filosofico e religioso è conosciuta tradizionalmente come Gurmat o Sikh Dharma, offre una via che contempla la salvezza attraverso la meditazione personale sul nome e sul messaggio di Dio chiamato in gurmukhi Waheeguru. La parola Sikhismo deriva da sikh, nome che designa i fedeli e siglifica letteralmente “discepoli” o “studenti”.
A questo punto potremmo essere interessati anche ad un confronto tra lo yoga e la meditazione.
Cos’è lo yoga?
Yoga è una parola Sanscrita che significa “unione”.
Esso comprende una serie di pratiche piu’ fisiche che spirituali, volte a realizzare l’unione tra l’uomo e Dio.
Parliamo prima dei benefici che lo yoga puo’ apportare cosi’ come sono stati enunciati sul sito
http://www.lalberodellavitasdcentroyogaquiterme.it/ e che noi condividiamo nella spiegazione:
Lo yoga apporta benefici sul piano fisico.

Attraverso la pratica degli asana, le posture del corpo “stabili e comode”, la muscolatura viene allungata e tonificata, la colonna vertebrale viene allineata, vengono corrette posture sbagliate, massaggiati gli organi interni.
Vengono curate patologie, problemi articolari, muscolari, circolatori, ipertensione, sciatalgia, problemi alla schiena, ernie, cervicali, rigidità eccessiva.
La pratica dello yoga sviluppa forza, energia, equilibrio, flessibilità, creatività.
Lo yoga apporta benefici sul piano respiratorio ed energetico

Grazie al pranayama, il controllo del respiro, viene data maggiore consapevolezza e armonia alla respirazione, viene aumentata la capacità respiratoria, con un apporto maggiore di ossigeno a tutto l’organismo per un suo migliore funzionamento e con un conseguente riequilibrio energetico.
Lo yoga apporta benefici sul piano mentale

Attraverso l’omeostasi, lo yogin potrà riequilibrare i propri stati emotivi, raggiungendo una maggiore armonia e serenità.
Il praticante di yoga acquisirà una maggiore capacità di concentrazione, equilibrio mentale, serenità e pace.
Egli porterà la propria coscienza sempre più dall’esterno verso l’interno, con una maggiore consapevolezza del proprio corpo, del proprio respiro e del proprio vero sè.
Lo yoga ha effetti collaterali?
Si.

A puntare il dito sulla celebre tecnica di meditazione psico-fisica non sono i tanti opinionisti da salotto televisivo, bensì  come ci viene ricordato sulla pagina di yahoo https://it.lifestyle.yahoo.com/blog/i-feel-good/yoga-non-solo-benefici-attenzione-agli-effetti-collaterali-140742959.html e soprattutto dalle pagine del libro di Glenn Black,  guru della stessa disciplina e pupillo del leggendario maestro indiano B.K.S. Iyengar.
Secondo Black, alcune note posizioni dello Yoga come quella della candela, del ponte, della seggiola, del cane e dell’aratro, possono diventare un pericolo per le nostre spalle, per le ginocchia e per collo e schiena.
Ad avvalorare tale tesi, i risultati di alcune ricerche pubblicati sullo Yoga Journal e sulle riviste American Medical Association e British Medical Journal.
Secondo queste, gli incidenti causa Yoga si moltiplicano di anno in anno: solo a New York si è passati da 13 a 734 casi in meno di un decennio, senza contare gli innumerevoli casi di lesioni curate privatamente o da fisioterapisti e chiropratici.
Come fare ad evitare l’ondata di infortuni?
Secondo Black, lo stile di vita sedentario dei giorni nostri è l’antitesi di quello indiano ai tempi della nascita dello Yoga e, quindi, solo e soltanto individui in ottima forma fisica possono praticarlo. In più, c’è da considerare che l’esplosione modaiola da Yoga, solo in  America i praticanti sono diventati più di 20 milioni in meno di un decennio, ha fatto spuntare da ogni angolo dell’occidente sedicenti maestri di dubbia competenza e caratura.
Altro problema è l’ego. “Lo yoga dovrebbe insegnarci a ridimensionare il nostro ego, invece in troppe scuole americane lo vedo spinto agli estremi, in uno sforzo di realizzare performance sempre più avanzate”, ha sottolineato Black parlando dello scontro tra civiltà.
Cosa scegliere tra yoga e meditazione?
lo yoga ha maggiori effetti sul benessere psicologico, rispetto alla meditazione però richiede una concentrazione maggiore;

la meditazione seduta  aiuterebbe di più a diminuire le difficoltà gestendo le proprie emozioni e quindi, in pratica, l’uomo, guardando se stesso da fuori, con distacco, si trova ad un livello di coscienza superiore che, se mantenuto sufficientemente a lungo, lo porta ad accedere a livelli superiori; questo lo si può ottenere con l’aiuto di un maestro che utilizzerà preghiere e rituali tradizionali non solo come rappresentazione, ma come stimolo per mettere in azione forze trascendenti che altrimenti resterebbero inattive.
Idol Worship In A Sikh Gurdwara
                                                                                                                                                                                         Il Sikhismo ufficiale non benedice lo yoga, nemmeno se insegnato da Harbhajan Singh Puri, colui che verrà conosciuto col semplice appellativo di Yogi Bhajan. Idol Worship In A Sikh Gurdwara    Pur avendo riconosciuto infiniti meriti a Yogi Bhajan (1929-2004) per aver fatto conoscere grazie all’organizzazione 3H0 il Sikhismo in tutto il mondo ed essere stato lodato dalle autorità sikh di Amritsar per il suo il lavoro, i gora sikh (“sikh bianchi”) con piu’ di 300 centri in America ed in Europa si sono discostati gradatamente dall’insegnamento originale del Guru Granth Sahib e per alcuni ex praticanti, sono diventati membri inconsapevoli di un organizzazione paragonabile ad una setta. Per saperne di piu’ cliccate sull’immagine qui sopra, dove e’ gia’ evidente il miscuglio tra sacro e profano in cui in un luogo dedito al Dio unico senza forma viene praticata questa meditazione yogica dove sul muro vi sono immagini cristiane.
Guru Nanak, il fondatore del sikhismo, respinse totalmente le pratiche dello yoga.Benché la terminologia filosofica degli antichi sistemi come Samkhya, Vedanta e Yoga è stata accettato da Guru Nanak, egli ha respinto completamente il sistema di Yoga come enunciato da Patanjali e del suo commentatore Vyasa.
Quando Guru Nanak visitò eminenti Yogi in ritiro sull’Himalaya e aver tenuto colloqui con loro, i loro leader Loharipa e Charpat che secondo loro, lo Yoga Darshana era il supremo dei sei sistemi indù e che tutti devono accettare e diventare Yogi. Anche fuori dalle dodici scuole di Yoga fu suggerito che tutti dovrebbero accettarla come propria scuola di pensiero e filosofia di vita. Loharipa disse a Guru Nanak: Dei sei sistemi indù, adotta il sistema di Yoga; Delle dodici sette dello Yoga La nostra è quella principale. Anche se si dice che solo quelli che Dio ha illuminato Hanno veramente afferrato la Sapienza divina, Abbiamo dalla nostra conoscenza ed esperienza il consiglio di controllare la tua mente e collo Yoga potrai raggiungere il più alto samadhi.
Rifiutando questo sistema di yoga in cui Dio viene ignorato, e l’enfasi è solo quello di aumentare la concentrazione e apparentemente controllare la mente e raggiungere Samadhi, Guru Nanak rispose: Il mio sistema filosofico (darshana) È continua meditazione della Parola di Dio. I miei simboli di penitenza E vesti di povertà e di rinuncia, Scartano l’attaccamento e l’orgoglio. E vedo Dio in tutti gli esseri umani. (E non in se’ stesso come fanno gli yogi.) Solo il Signore può farmi libero. Dio è la Verità. E la verità è il suo nome, dice Nanak. Lasciate provare a tutti e sperimentate questo. Guru Nanak, Sidh Gosht: p 938-47
Per una valutazione critica degli insegnamenti di Yogi Bhajan scaricate il pdf
http://www.gurmukhyoga.com/sikhism_and_tantric_yoga.pdf
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